Alìano, il piccolo borgo lucano che ispirò Carlo Levi per il Cristo si è fermato a Eboli, è ufficialmente candidata a diventare Capitale italiana della cultura per 2024.
E' una candidatura importante che va ben oltre il riscatto desiderato da Carlo Levi; sorvola il silenzio delle montagne, oltrepassa le infinite distese di argilla e guada i fiumi lenti e sornioni, ma non dimentica le storie dei santi e dei briganti, i sussurri delle fate, le urla delle streghe e gli ululati dei lupi mannari che ancora oggi raccontano i nostri territori e commuovono i viaggiatori.
Appoggiare la candidatura di Aliano significa sostenere la coesione sociale delle Comunità che popolano i borghi, le campagne, le isole, le montagne e anche i luoghi fortemente urbanizzati; significa non solo apprezzare le ricchezze ambientali, agroalimentari, architettoniche e artistiche dei piccoli centri e delle aree periferiche, ma conoscere e riconoscere l’importanza di tutto ciò che le circonda che ad Aliano come negli altri 29 Parchi Letterari in Italia e in Europa, sono motore fondamentale per custodire il territorio dall’abbandono nel nome di quella “infinità di uomini senza nome” che nei secoli hanno contribuito a creare una ricchezza culturale unica da difendere, “…qualcosa che non è sanzionato, che non è codificato… e che è opera, diciamo così, del popolo, di un’intera storia, dell’intera storia del popolo di una città”. (Pier Paolo Pasolini, La forma della città, 1973).
Aliano non
è o non è più l’altra Italia, l’Italia
provvisoria o dimenticata, rappresenta al contrario l’Italia che vuole crescere ma
non da sola; l’Italia ambiziosa che include e non esclude, la cui tenacia ha reso possibile
restituire alle nuove generazioni parte di un patrimonio materiale e
immateriale che rischiava di dissolversi e che invece vuole evolvere.
Stanislao de Marsanich
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