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Il Paese di Policarpo Petrocchi

Il Paese di Policarpo Petrocchi

17 giugno. Castello di Cireglio (Pistoia), asseggiata nel paese di Policarpo Petrocchi. Una giornata dedicata ai luoghi del Parco Letterario dedicato allo scrittore, filologo e lessicografo pistoiese.

17 Giugno 2023

Comune di Pistoia - Fondazione Caript - Uniser Pistoia - Amo la Montagna - Mutua Alta Toscana - Giorgio Tesi Group - Sama & Prato - I Parchi Letterari

Parco Letterario Policarpo Petrocchi

Il Paese di Policarpo Petrocchi
Castello di Cireglio (Pistoia), 17 giugno

Sabato17 giugno una passeggiata a Castello di Cireglio, il paese di Policarpo Petrocchi. Una giornata nei luoghi del Parco Letterario dedicato allo scrittore, filologo e lessicografo pistoiese. Visiteremo il borgo, ne conosceremo la storia e svolgeremo attività ricreative e di educazione ambientale nei boschi circostanti.

Programma

ore 10. 

Ritrovo a Cireglio. Parcheggio della Croce Rossa di fronte  al cimitero dove è sepolto Policarpo Petrocchi.
Passeggiata a piedi fino a Castello di Cireglio (900 metri pianeggiante) con breve illustrazione del progetto del Parco Letterario e presentazione itinerante della figura di Policarpo Petrocchi 
Visita guidata a Castello di Cireglio con possibilità di una passeggiata al Castagneto di Policarpo

ore 13. 

Pranzo al piano con i piatti raccontati da Petrocchi

ore 15. 

Tombola con le Parole. del Vocabolario di Petrocchi (Premi anche  per terno, cinquina e ambo)

Conclusione della giornata con poesie in ottava rima

Sarà possibile acquistare "Il mio paese", romanzo autobiografico in cui Petrocchi racconta la sua infanzia a Castello di Cireglio, e  alcuni prodotti della montagna 

“Il mio paese aveva una posizione bellissima, a mezzogiorno, in un clima temperato, castagnoso, fresco d’estate, non troppo freddo d’inverno. Due catene di poggi gli si partono ai lati, lasciandolo solo nel mezzo, si allargano a vu davanti a lui, vanno a perdersi ondulati lontano e aprono al paese un bel panorama: tre città (Pistoia, Prato  e Firenze), una pianura seminata di case, nel fondo una  corona d’altri poggi famosa (Il Mugello, il Casentino, il Pratomagno, i Monti del Chianti e il Montalbano) e su, in alto, un cielo quasi sempre sereno di giorno e stellato di notte: a dritta e a manca  scorrono ripidi due fiumiciattoli, pacifici solitamente, ma che indicano chiaramente di che panni si vestono all'occorrenza...”

Non vi è descrizione più appropriata di Castello di Cireglio di quella che Policarpo Petrocchi ha fatto nell’incipit de Il mio paese, il suo romanzo mai concluso. Un “paesuccio che nessuno troverebbe sulla carta, composto d'una sessantina di case”, dove si ritrova “Il Cassero, all'entrata del paese, nome di fortezza ma oggi senza fortezza”; “Il Forno, senza forno”, “La piazza della Grigia, che ha il nome da una donna non ancora grigia”; “Il Campanile che è lì impalato, senza chiesa, basso, stretto, quadrato, non vuoto, con una campana benedetta da S. Bernardino che vien sonata quando il tempo brontola e minaccia burrasca”; “Capivilla che è la fine del paese e il capo della villa, che forse c'era una volta”; “La Scola, oggi senza maestro e senza scolari..."

Una posizione, dunque, incantevole, panoramica, di media collina, laddove il clima consente ancora l’estrema coltivazione dell’olivo, che poi lascia il posto a fitti boschi di castagni, carpini, robinie e cerri.

Qua e là qualche castagneto da frutto d’alberi secolari ancora ben tenuti, ricorda una vocazione antica che ha permesso alla gente della montagna di sopravvivere pur fra stenti e sacrifici. È stata la civiltà del castagno, le cui tracce sono ancora presenti nelle frequenti roste, nelle piazze carbonaie e in ciò che resta dei metati, che servivano per seccare le castagne prima di avviarle ai molini e ricavarne la preziosa farina dolce.

I campi terrazzati sono ciò che resta di un’agricoltura povera che sfruttava ogni lembo di terra per poter sfamare uomini e animali.

Un fitto reticolo di vie storiche, di tratturi, di stradelli consente, a sud, l’accesso alla grande piana e, a nord, conduce ai passi appenninici, verso la Garfagnana, verso il Modenese e  in direzione  della pianura bolognese, tutti percorsi che  sono stati toccati dalla ‘Grande Storia’ antica e recente.

Una terra di confine, tutta da esplorare e da scoprire, una perla di quella montagna non griffata e quasi dimenticata che ha pur rappresentato tanta parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni nazionali.

Visita il Parco Letterario Policarpo Petrocchi


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