LAMBRO. Un monologo
a cura di Iride Enza Funari e Rodolfo Zardoni
Lambro. Un monologo, nasce dalla volontà di far parlare il Lambro, metamorfosi di un fiume che narra se stesso. Seguendo questo percorso poetico, scritto da Iride Enza Funari e figurativo di Rodolfo Zardoni potremo riscoprirci un po’ fiume e un po’ terra. Perché sogni, speranze, dubbi e sofferenze del nostro fiume sono anche nostre. Perché il Lambro parla del nostro modo di vivere rapportandoci con la natura e di come essa talvolta soffra per il mutamento imposto: trasformando l’essenza, la forma del loro corpo originale. Un monologo dettato per lambire le emozioni di chi saprà calarsi nelle acque talvolta beate, talvolta turbate del fiume Lambro.
Tutto parte da una domanda e da lì si inseguono i pensieri. Alla domanda “chi sono” il Lambro si apre al mondo per raccontarsi.
Scandendo passato, presente e futuro con le immagini ed i versi gli autori intendono sovrapporre attimi per costruire un ritratto antropomorfico del Lambro, un fiume che si veste della nostra stessa natura per avvicinarci ed obbligarci ad ascoltare il suo racconto appeso tra estasi e disperazione.
Il Lambro si erge a simbolo, metafora di netta comprensione per chi voglia guardarlo negli occhi e confessargli un disagio nel contemplare la sua morfologia profondamente alterata.
Correvo tra le filande,
il fragore s’agita nel ricordo
di quel torchio mistico
ch’era sigillo con le vostre braccia.
Energia per presse e magli
diveniva pane in magra foresta.
Gioioso nei guizzi nutrivo mulini
inebriato da panno di lana e feltro
pavoneggiavo in specchio di cappelli.
Nato
per esser inesauribile fonte
cresciuto in spazio eterno
che Leonardo s’accinse a disegnare,
oggi ignoro impassibilità
dei vostri sguardi!
Sono nato
in rivoli di nebbia e sassi,
da sorgente pura d’intenti.
Sfigurato nel viaggio,
m’accovaccio nel tuo seno,
respiro primo afflato di vita.
Ormai non piango:
lungo ramo di fiume
son tornato tra le tue mani,
a ritroso nel tempo,
per un abbraccio.
Menaresta,
sorgente di parole nuove,
lambisci con occhi cristallini.
Chiedo nenie
per trasformare in vortici
le spine vivide
del mio traghettare.
La Mostra è stata realizzata su cavalletti di legno redatti da foto e poesia. Impianto audio per riprodurre il rumore registrato dello scorrere del fiume Lambro. Il materiale è stato raccolto durante diverse escursioni sul Lambro, momenti di contemplazione e raccoglimento. Un archivio fotografico che si avvale di oltre 5.000 foto che vanno dalla fonte Menaresta all’ingresso del fiume Lambro nel Parco di Monza.
La mostra è a disposizione di Istituzioni, Enti, Scuole, Associazioni che ne sappiano cogliere l’aspetto emotivo e vogliano esporla.
"La prima regina d'Italia, nella vita privata, nella vita del paese, nelle lettere e nelle arti"