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Cultura e territorio


Il Museo Virgiliano
Riaperto nel giugno del 1997 e recentemente ampliato e ristrutturato, il Museo Virgiliano, situato a Pietole, è stato inaugurato nel 1981 sotto gli auspici delle celebrazioni per il bimillenario della morte del poeta. L'apertura al pubblico fu possibile grazie alla definitiva donazione dello stabile, da parte degli eredi dell'Ing. Prati, al Comune di Virgilio. Oggi il Museo unisce l'antica tradizione del luogo alle suggestioni dell'arte contemporanea. L'edificio è sito in via Parma n. 34 a cinque chilometri da Cerese, ed è raggiungibile seguendo la strada romana che da Mantova porta a S. Benedetto Po.
Attualmente il Museo ospita due preziose collezioni donate al Comune dai cittadini del precedente Comune di Virgilio: la collezione di arte moderna di Ugo Celada e la collezione archeologica Vincenzo Prati.
La prima raccoglie 56 dipinti del grande pittore Ugo Celada nato a Virgilio nel 1895 e morto all'età di 100 anni. Pur evidenziando affinità con importanti artisti del passato a lui contemporanei, l'arte pittorica di Ugo Celada mantiene una sua precisa originalità, dovuta alla complessità del messaggio delle sue opere e alle sue eccezionali doti tecniche.
La collezione archeologica, invece, raccoglie vasi cinerari, olle e monete di epoca romana rinvenuti a partire dal 1873 da Vincenzo Prati in un terreno di sua proprietà, noto con il nome di Loghino, nell'area compresa tra Pietole Vecchia e l'antico argine del fiume Mincio.
L'inaugurazione della nuova struttura museale si è svolta il 21 gennaio 2012, contestualmente alla mostra "Omaggio a Virgilio" nel corso della quale è stata presentata anche la scultura che Sandro Negri ha donato al Comune e che è stata posta nel cortile del Museo.
Il Museo, inoltre, ospita mostre temporanee di artisti locali e nazionali, che desiderino esporre le loro opere nella splendida struttura museale. L'apertura al pubblico, in occasione delle esposizioni, è curata da cittadini volontari appartenenti all'Associazione Borgocultura.
Sede del Museo:
Località Pietole
via Parma 34, 46034 Borgo Virgilio

Il Forte di Pietole o Forte Napoleonico è un forte che sorge nel Comune e fu costruito nel 1808 dal generale francese François de Chasseloup-Laubat, inviato di Napoleone, che lo edificò contemporaneamente a quelli di Belfiore e di San Giorgio a difesa della vicina città di Mantova. Data la sua vicinanza al fiume Mincio, dal forte era possibile regolare le sue acque in modo da allagare la zona a sud della città, isolandola. Il forte, a fine secolo, passo' agli austriaci dopo il 1894, che lo completarono e lo potenziarono per adattarlo a polveriera.
In seguito la città di Mantova si ritrovò a far parte del Regno d'Italia e, allo scoppio della prima guerra mondiale, il forte fu utilizzato come deposito anche per armi. Purtroppo il 28 aprile 1917 si ebbe un incendio, che distrusse gran parte della polveriera. Nel seguito il forte fu lasciato a se stesso e i militari lo abbandonarono definitivamente nel 1983. Da allora il forte giace in mezzo al bosco.
Il forte godeva di una massiccia struttura fortificata, difesa su tre dei quattro lati da grandi terrapieni e da quattro bastioni. Attaccati a questi si trovavano le casermette per la difesa del vicino fossato, che si distendeva lungo le mura perimetrali. Lungo il suo perimetro, scorre una strada coperta, che si mette in comunicazione con l'interno della fortezza in due punti. La sua particolarità sono le gallerie che scorrono al di sotto della fortificazione. Infatti, vi sono alcune gallerie di contromina che, in caso di necessita', potevano essere minate e fatte saltare in aria, distruggendo le forze nemiche al di sopra di esse.
Il Forte è oggi proprietà del Comune di Borgo Virgilio, che lo ha acquisito dal Demanio dello Stato. Ad oggi il Forte è visitabile eccezionalmente su specifica richiesta all'ufficio cultura comunale, compatibilmente con la fruibilità della struttura, a seconda dei periodi dell'anno (primavera e autunno).

Il forte di Borgoforte, Zentralwerk, detto Forte Centrale o Magnaguti, dal cognome del conte Ercole ex proprietario del terreno, è uno dei quattro forti della doppia testa di ponte costruita dall’Impero austriaco dal 1859 al 1861. Sorge a circa un Km dal Po, a nord di Borgoforte, su una superficie di 57 mila mq ed è l’unico rimasto integro, mentre gli altri due, Rocchetta e Bocca di Ganda, a circa 1300 metri dal Forte Centrale, a monte e a valle sull’argine maestro del Po, servivano ad attraversare il fiume per collegarsi all’altro forte, detto “Noyeau”, di Motteggiana, che costituiva propriamente la testa di ponte sulla riva destra del Po. Il Noyeau di Motteggiana rimarrà in piedi, sia pure danneggiato, e verrà abbattuto finita la guerra 1915 – ’18, dopo che su una parte dell’area già aveva trovato sede il binario ferroviario della Verona – Modena”. (Renzo Dall’Ara, Borgoforte - Storia- Storie – Persone, Karmak, Bruino, Torino, 2006, pag. 57).
I forti Rocchetta e Bocca di Ganda, invece, sono stati fatti saltare dagli Austriaci, la mattina del 18 luglio 1866, dopo i bombardamenti dell’Artiglieria dell’Esercito italiano iniziati il giorno precedente, nell’ultimo dei tre attacchi guidati dal generale Cialdini nella terza guerra d’Indipendenza. Testimonianze del tempo dicono che il forte di Borgoforte sia rimasto integro perché un valoroso abitante tagliò la miccia di accensione; in altri documenti si avanza l’ipotesi che gli ufficiali austriaci non volessero rovinare le case, e gli abitanti, del paese dove essi alloggiavano con i loro attendenti, mentre i soldati risiedevano nella caserma centrale.
Gli insuccessi nelle campagne militari del 1859, seconda guerra di Indipendenza, indussero Vienna a far costruire altri forti, in previsione di probabili nuovi conflitti, sia intorno al campo trincerato di Verona costituito di 12 forti, sia a Borgoforte, per fare delle linee del Mincio e del Po “uno sbocco sicuro per gli eserciti disposti nel Quadrilatero” (Mantova, Peschiera, Verona, Legnago) e per impedire che l’esercito italiano invadesse il Veneto passando dal basso Po. Perché proprio a Borgoforte? Perché in quel punto la distanza tra le due rive del fiume era di soli 300 metri, con alcune insenature adatte al ricovero di barche.
Da documenti dell’Archivio di guerra austriaco di Vienna si possono ricostruire le varie fasi che hanno preceduto e accompagnato la costruzione del forte: risalgono al 1831 le prime considerazioni sulla necessità di costruire una testa di ponte a Borgoforte; il primo progetto per una testa di ponte doppia (che comprende il forte di Borgoforte, di Motteggiana, di Rocchetta e di Bocca di Ganda) risale al 1837; dal 1851 in poi vengono forniti vari progetti, relazioni e protocolli relativi alla messa in opera della testa di ponte di Borgoforte. I progetti vengono poi indicati con la dicitura “pianta di progetto”; in un documento del 1861 si trova la dicitura “pianta di rapporto”, il che significa che, a quella data, il forte era già stato costruito

Corte virgiliana di Pietole 
A pochissimi chilometri da Mantova, la Corte Virgiliana, ampio e articolato complesso architettonico ancora oggi sede di un'importante azienda agricola, rappresenta uno straordinario esempio di corte rurale gonzaghesca.
La Corte è situata al centro di una vasta tenuta di circa 1000 ettari, ottenuta bonificando il terreno paludoso del fiume Mincio.
La leggenda vuole che in questi luoghi sia nato il poeta Virgilio. La corte è un'imponente struttura chiusa, articolata in vari corpi di fabbrica attorno a due vasti cortili comunicanti, difesa da torri passanti e da muri di cinta. Era servita da strade e da un porticciolo sul fiume Mincio dove attraccavano direttamente le imbarcazioni.
La Corte Virgiliana appartenne ai Gonzaga fino alla loro estinzione: nei suoi vasti prati pascolavano i cavalli tanto amati dai signori di Mantova, che ne erano appassionati allevatori. Al duca Guglielmo è attribuita la costruzione delle grandi stalle; l'intero complesso venne arricchito invece da «superbissime fabriche» dal duca Ferdinando, che amava soggiornare con la sua corte in quella che era una delle dimore suburbane più famose. Del complesso originale restano oggi gli ampi cortili, le meravigliose stalle ed un fabbricato «cospicuo e solenne», adibito ad abitazione e rappresentanza, attribuito all'architetto Antonio Maria Viani, risalente alla prima metà del Seicento. Oggi è sede di un agriturismo.

La Riserva Naturale Vallazza nel Parco del Mincio
Un piccolo porticciolo è il punto di partenza per escursioni guidate nell'area, raggiungibile a piedi anche da Bosco Virgiliano a Mantova. Nel sito sono presenti suggestivi sentieri che si immergono nella vegetazione e conducono al Forte di Pietole.
A Sud un percorso ciclopedonale conduce, attraverso i campi coltivati a grano e foraggere, all'area archeologica etrusca del Forcello. Su questo percorso si trova una bella torretta che si eleva per circa 20 metri ed offre uno sguardo d'insieme sul territorio. Il SIC/ZPS (Sito di Importanza Comunitaria/Zona di Protezione Speciale) "Vallazza" si sviluppa per circa 6 Km, su una superficie di circa 521 ettari nei comuni di Mantova e Borgo Virgilio, dove il Mincio abbandona il Lago Inferiore e si espande in una vasta zona umida. La Riserva Naturale "Vallazza" si estende su una superficie di circa 496 ettari. (Vedi anche: Parco del Mincio)
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