17 luglio,Castello di Sambuca (Pt). Nell’ottantesimo anniversario della scomparsa, in coincidenza con il 700° anniversario della morte di Dante, Michele Barbi viene ricordato con una Giornata di Studi promossa dal Parco Letterario Policarpo Petrocchi
TRA DANTE E IL PAESE NATALE
Michele Barbi, nell’80° della scomparsa
Col Patrocinio del Comune di Sanbuca Pistoiese
Evento organizzato dal Parco Letterario Policarpo Petrocchi
Giornata di studi: 17 luglio 2021 - ore 10.15
Castello di Sambuca, Chiesa di S. Jacopo
Ritrovo a Taviano presso il parcheggio della Piazza del Comune.
Da qui servizio navetta con partenze per Castello di Sambuca dalle ore 08.30.
Il servizio navetta è curato dalla locale CROCE VERDE.
Info e prenotazioni per convegno e cestini
parcopetrocchi@gmail.com - Tel. e WhatsApp 353 4284079
In coincidenza con il 700° anniversario della morte di Dante, Michele Barbi viene ricordato con una Giornata di Studi promossa dal Parco Letterario Policarpo Petrocchi, il famoso lessicografo nato pure lui in un borgo della montagna pistoiese, Castello di Cireglio. (Vedi locandina e programma in allegato)
Programma
Chiesa di S. Jacopo - Inizio dei lavori: ore 10.15
♦ Saluto del Sindaco Fabio Micheletti
♦ Introduce Giovanni Capecchi (Università per Stranieri di
Perugia, Presidente del Parco Letterario Policarpo Petrocchi)
Intervengono:
♦ Gabriella Albanese (Università di Pisa)
Michele Barbi e la Società Dantesca Italiana
♦ Giampaolo Francesconi (Medievista, Liceo Scientifico
“Amedeo di Savoia” di Pistoia)
Un lungo faccia a faccia. Barbi e la Vita di Dante: una rilettura
♦ Paolo Pontari (Università di Pisa)
Il filologo della montagna. Il dolce eremo di Taviano,
la carriera e gli amici di Michele Barbi
♦ Gian Paolo Borghi (Etnografo)
Michele Barbi e i suoi studi sul canto popolare
nell’Appennino pistoiese e tosco-emiliano
♦ Lisetta Luchini (in video) canta alcuni repertori folclorici
della tradizione classica toscana raccolti da Michele Barbi
♦ Saluto finale di Emanuela e Michele Barbi, pronipoti
dello studioso
Dalle 12.30: Picnic per le vie di Castello
a cura dell’Associazione “Amo la Montagna”
Prenotazione cestini con prodotti sambucani entro giovedi 15 luglio
(a offerta con contributo minimo di 12 euro)
Ore 16.30: partenza dell’escursione per scoprire gli splendidi
scorci di Sambuca, i boschi e le borgate intorno.
Il percorso,
adatto a tutti, presenta un moderato dislivello di 300 mt circa.
Per info e prenotazioni:
Francesca - WhatsApp 339 6080623 - francescarisaliti.art@gmail.com
LA MANIFESTAZIONE SARÀ EFFETTUATA NEL RISPETTO DELLE NORMATIVE SANITARIE ANTICOVID
Michele Barbi è una delle glorie della terra di
Sambuca. Nato a Taviano nel 1867, studiò prima
a Pistoia, poi a Pisa, dove si laureò con una tesi
su Dante Alighieri.
Fu professore universitario di Letteratura italiana a Messina e in seguito a Firenze, fino al 1937,
anno del suo collocamento a riposo.
Ebbe importanti incarichi politici e culturali e
fu eletto anche Senatore del Regno d’ltalia nel
1939. Morì a Firenze nel 1941.
La sua fama nazionale ed internazionale è legata agli studi filologici sull’opera dantesca, della
quale era un cultore appassionato e di acuta sensibilità critica: restano memorabili alcune sue interpretazioni di passi controversi della Divina Commedia, come quella dedicata al canto V dell’Inferno, a proposito delle figure
di Paolo Malatesta e di Francesca da Rimini, i due cognati vittime di un
amore tenero e peccaminoso.
Ma un altro grande merito del Barbi è stato quello di aver dedicato 50 anni
della propria vita a raccogliere testi e melodie di canti popolari toscani e
italiani, partendo proprio dal territorio di Sambuca e dalle testimonianze
dirette della gente di quassù. Ora questa monumentale raccolta giace negli
archivi della Scuola Normale Superiore di Pisa ed è stata definita da qualcuno come “il grande inedito della Letteratura italiana del ‘900”.
"Michele Barbi era uno di quassù. L’èra al fiól d’al fabbro. Sui libri aveva portato la linfa densa e pura dei castagni; nei suoi precordi scorrevano le acque a volte calme e trasparenti, a volte tumultuose e ribelli dei fossi, precipiti e inesorabili. A fine Giugno, apriva le imposte della sua modesta casa di Tavian Vecchio, che l’èra pièna de scartoffie e de pataffi, come dicevano i paesani. Arrivava con bauli stipati di libri, valigie e la divisa da passeggiate: cappello di paglia, giacca e calzoni grigio chiari, camicia sempre linda, un bastone di sambuco, scarponi leggeri. Ida, la donna di servizio, lo accudiva con affetto fraterno, più che con devozione servile. Lei abitava a Falabuia; aveva sette figli, tutti maschi. Da sfamare. Da Giugno a Ottobre serviva il Professore, che ammirava la natura gentile e i modi onesti di quella minuscola donna. Ida era un fiore di dignità, e poi parlava una lingua pulita, trasparente e appropriata; quando il Professore la ascoltava era come se bevesse l’acqua pura del Catinino. Anche per questo l’aveva voluta al suo servizio. Ida si schermiva, ma in fondo ne era lusingata. Conosceva il Professore da tanti anni ed era prodiga di riguardi nei confronti di quell’uomo solo, che consumava i suoi giorni sui libri: “Professore, come si sente oggi? Le duole lo stomaco? Cosa le posso preparare? Accetti che le porti almeno un caffè!”. Oppure: “Cerchi di uscire a prendere un po’ d’aria e non si affatichi troppo la vista!”. Michele allora indossava la divisa estiva e partiva da Tavian Vecchio, non senza aver messo in tasca della giacca l’edizione Hoepli della Divina Commedia."
Tratto da Dieci Racconti sambucani di Maurizio Ferrari (2015)
Con: www.consiagservizicomuni.it
Ideazione grafica: Sante Ballerini - Elaborazione di copertina con immagini
di repertorio: Andrea Terzo - Foto di Sambuca Pistoiese: Angelo Celsi