gazzettadellaspezia. "QUI, MONTALE", a Monterosso si aprono gli archivi e la voce del poeta risuona nei suoi luoghi in occasione dei cent'anni dalla pubblicazione di "Ossi di Seppia".
Pubblicato il: 13-06-2025
Cent'anni di Ossi di Seppia. Non poteva che partire da Monterosso al Mare l'omaggio a quel 15 giugno 1925, quando per le edizioni di Piero Gobetti a Torino vede la luce la raccolta di versi che diverrà una pietra miliare della letteratura italiana e fisserà su carta un patrimonio collettivo di oggetti, luoghi, cose, persone. Dai cocci aguzzi di bottiglia ad Esterina, che avrà per sempre vent'anni, Eugenio Montale è qui. Nemmeno tanto a Monterosso quanto a Fegina, dove aveva la casa delle sue estati lontane, dove sulla spiaggia raccoglieva ossi di seppia e la carrucola cigolava, dove l'Esterina si tuffava. Qui Eugenio Montale ha la sua cittadinanza onoraria.
"Qui, Montale": è sul sagrato della chiesa di Santa Maria Nascente a Fegina, davanti alla statua di San Domenico, che si svolgerà sabato 14 giugno dalle ore 21:15 la celebrazione del centenario, a cui concorrono tutte le arti attraverso suoni, immagini, colori, parole. La voce è quella di Roberto Alinghieri, l'introduzione di Cristina Currarini, l'archivio è quello di Anna Canitano Aragno, la supervisione di Angela Betta. In mostra manifesti, articoli, foto, a rappresentare il legame tra Ossi di Seppia e Monterosso, tra Montale e Monterosso. Un'iniziativa partita dal basso, proprio dagli abitanti di Monterosso, da chi ancora ha il ricordo di vederlo seduto a guardare l'orizzonte in passeggiata, da chi non ha mai smesso di aprire e condividere gli archivi e i ricordi.
Con la sua solita ironia, in un'intervista degli anni Settanta alla RAI il poeta Eugenio Montale aveva dichiarato sogghignando: "Uno dei miei libri da solo è insufficiente. Se uno ne volesse leggere solo uno dovrebbe essere Ossi di Seppia. È il più facile, anche se allora non era facile. Un libro 'purtroppo' fondamentale, finito in antologie".
Un libro che, come afferma Stanislao de Marsanich, presidente dei Parchi Letterari, "è ancora una voce innovativa, potente, essenziale. Questa è l'eredità che il Parco Nazionale delle Cinque Terre, con la Pro Loco di Monterosso e anche il Parco Letterario continuano a tramandare: passo dopo passo, parola dopo parola, con Montale non si tratta solo di leggere ma di camminare con forse una maggiore consapevolezza rispetto a 100 anni fa tra i vigneti strappati alla montagna, di toccare i muretti a secco, di ascoltare la maretta che borbotta tra gli scogli. La consapevolezza di vivere o, per un forestiero come me, visitare un territorio fragile e bisognoso di attenzione che ancora oggi sopravvive con il sudore e la forza di chi quel paesaggio continua a plasmare e custodire; un patrimonio che va oltre la separazione tra natura e cultura e prevede la partecipazione consapevole delle Comunità al processo di evoluzione di un paesaggio millenario complesso e irripetibile".
Gli fa eco il presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Lorenzo Viviani: "Crediamo fermamente nell'importanza di avere un proprio luogo dell'anima, un paesaggio di valore dove crescere e imparare la misura di ciò che ci determina e ci appartiene, ciò che dobbiamo difendere. Per Montale, questo luogo è stato Monterosso e le Cinque Terre, una fonte inesauribile di ispirazione che ha nutrito la sua sensibilità e visione del mondo. Con eventi come 'Qui Montale', che apre ufficialmente le nostre celebrazioni, vogliamo rinnovare il legame tra il poeta e la sua terra. Invitiamo tutti a riscoprire la bellezza e la profondità dei suoi versi, che ci parlano di orizzonti, memoria e di quel 'male di vivere' che Montale ha trasformato in arte immortale. È un'occasione per onorare il passato e ispirare le nuove generazioni a esplorare la ricchezza del nostro patrimonio culturale e naturalistico".
"Siamo onorati di celebrare con questo evento aperto a tutti, non solo l'opera, ma anche l'uomo che ha ricevuto, cinquant'anni orsono, il Premio Nobel per la Letteratura e la cittadinanza onoraria del nostro borgo e di evocare insieme il suo universo poetico: i paesaggi liguri, l'aridità della natura, il senso del male di vivere", chiosa il sindaco di Monterosso Francesco Sassarini invitando alla partecipazione.
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