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Gli Abruzzesi nel mondo e i loro Parchi Letterari

19 Febbraio 2024
Gli Abruzzesi nel mondo e i loro Parchi Letterari
Donne e uomini della nostra emigrazione vanno ancora spendendo energie in un confronto intergenerazionale per preservare tradizioni, usi e costumi non solo scritti, ma anche orali delle proprie terre d'origine assorbiti nelle località di arrivo

Quando si deve rappresentare un intero Paese ed una sua stessa Regione, si deve intendere questa come una vera e propria "missione", che ne sintetizzi la storia, accanto ai suoi usi e costumi, in evoluzione e con i propri "testimonial", nel tempo e nello spazio, che l'hanno resa famosa. Così per l'Abruzzo, fin dai tempi in cui veniva identificata al plurale come gli Abruzzi e poi unita con il Molise, almeno fino alla loro definitiva separazione amministrativa, sancita nel 1963. Tante fasi storiche, che per il mondo dell'emigrazione non sono cosi distinte dai confini geografici, ma più dai legami familiari, intrecciati tra le comunità abruzzesi e molisane, che hanno convissuto insieme all'estero, in tante piccole e grandi "Little Italy", del mezzogiorno, sparse nei vari continenti. In tutte queste, in realtà si parlava raramente la lingua italiana, ma i tanti dialetti locali, specie tra le vecchie generazioni, che solo ora vengono rivalutati, come testimonia il recente evento organizzato in Australia, dal Consolato Generale Italiano di Sydney o a New York dall'etnologo e musicologo d'origini carunchiesi Joseph Sciorra.

Quindi la gelosa custodia della cultura locale, con le sue tradizioni secolari rappresenta una priorità per tanti nostri illustri corregionali, come Maria Fosco e Marisa Iocco a Boston, negli Usa, non solo per gli orsognesi o per la nota linguista Laura Benedetti, di origini aquilane, docente presso le prestigiose università di Georgetwon e di Harward, anche con lo storico Dominic Candeloro.
Così in Sud America, tante esponenti donne della nostra emigrazione vanno ancora spendendo energie per preservare le varie tradizioni, usi e costumi, non solo scritti, ma anche orali delle proprie terre d'origine, come la scrittrice e poetessa Maria D'Alessandro, in Argentina, insieme all'altro oriundo abruzzese, J. Carlos Pomponio.

Il confronto intergenerazionale potrà essere così arricchito da uno più generale tra le culture d'origine e quelle assorbite nella nuova terra di arrivo, valutandone il grado di integrazione come in Bolivia, con la talentuosa giovane scrittrice Liliana Colanzi, il cui padre Rocco era emigrato li, a metà degli anni'50, da Vasto. In più in Cile ed in Abruzzo, si è attivato un interessante progetto editoriale, che getta un ponte sui giovani autori lanciati da Paolo Primavera e la moglie Alice, con la loro "Edicola Ediciones", che stampa un semestre nella sua Ortona (CH) e nell'altro a Santiago, in Cile. 

Tutto questo nelle lontane Americhe, ma anche nel nostro vecchio continente si sono descritte altre figure di rilievo, come la scrittrice pescarese Rita Cappellucci in Svizzera, Barbara Summa, nata a Sulmona ed ora in Olanda e Zoe Boccabella, d'origine aquilana, in Australia. Tante donne, che forse non sono un segnale casuale, ma simbolico sul genere più sensibile, per custodire il retaggio delle culture locali della nostra terra, segnando altresì un grado diverso di preservazione delle loro memorie familiari, per altro in contesti molto diversi di convivenza storica tra culture e lingue con le varie Diaspore. 

Per questo l'ulteriore passaggio è rappresentato ora in Abruzzo proprio dalla presenza di ben quattro Parchi Letterari, intitolati a personaggi celebri, che hanno fatto la storia nazionale ed internazionale, nati proprio tra lo storico Abruzzo Ulteriore e Citeriore: Gabriele d'Annunzio, "il Vate", che ha esaltato la lirica degli antichi pastori, con la loro secolare transumanza, avendo avuto sia il fratello che il figlio emigranti in America; Benedetto Croce, il filosofo del Neoidealismo ed il maestro del liberalismo. Poi nel 2022 l'arrivo degli ultimi due, da Pescina, nell'antica Marsica, di Ignazio Silone, lo scrittore di "Fontamara", con i suoi "CAFONI" per il riscatto degli ultimi dalla povertà e dalla tirannide ed in ultimo da Sulmona, di Ovidio, il poeta romano famoso nell'antichità per le "Metamorfosi".

Una rete dei quattro Parchi Letterari Abruzzesi, inserita nella stessa "Legge Quadro" della cultura, che insieme agli altri soggetti, compreso il Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo (CRAM), può costituire un reale valore aggiunto per promuovere la nostra Regione, anche a livello internazionale. Oramai la globalizzazione, così discussa, ha però aperto nuovi orizzonti di confronto tra culture lontanissime, sempre più "contaminate", più che "assimilate", costituendo anche uno straordinario vettore di sviluppo economico-sociale, in primis con il turismo. Quest'ultimo declinato in tutti i suoi aspetti, da quelli più fisici, come quello ambientale ed enogastronomico, ai più immateriali ed interattivi, proprio come quello culturale e religioso, ad esempio con il circuito degli “Eremi e dei Cammini Francescani”, in vista dello stesso Giubileo della Chiesa Universale 2025, con il Capoluogo ed il suo "Anno del Perdono e della Preghiera" ad esso collegato. 

Dal primo gennaio dell'anno pv, la stessa Città di Pescina diventerà la Capitale della Cultura d'Abruzzo, sperando che quella de L'Aquila conquisti il titolo nazionale per il 2026, creando così uno straordinario "circolo letterario", allargato a tutta la Regione. Quest'ultima dovrà guardare anche all'estero, per inserire appieno nella sua programmazione il mondo vitale dell'emigrazione abruzzese nel mondo, magari attraverso un CRAM, più incisivo ed aperto, inserendovi nella legislatura 2024-2029, tutta la ricchezza culturale della nostra antica terra. Tra questi tesori storici, archeologici, architettonici, ambientali, religiosi, vanno promossi altresì i nostri Parchi Letterari, favorendone la conoscenza dei suoi celebri autori, con la visione dei loro territori d’ispirazione ed altresì con le opere plurilingue, destinate a tutte le generazioni, vecchie e nuove, dei nostri discendenti all'estero.

 Il "Turismo delle Radici", non può essere in questo 2024 solo uno slogan, ma va riempito di contenuti, con le testimonianze, proiettato al futuro, affinché le forti radici delle querce e dei faggi secolari delle nostre montagne facciano germogliare nuovi frutti. 

Nel 2022 l'Italia ha accolto 142 milioni di visitatori da tutto il mondo per il turismo culturale, con il suo immenso patrimonio artistico, musicale e letterario, che non è solo concentrato nelle grandi città, ma anche nei nostri magnifici borghi più belli ed autentici. In un’analitica ricerca dell'ISNART, ben il 45% di tali flussi proveniva dall'estero, tra cui certamente tanti oriundi dei nostri 80 milioni di "cittadini nel mondo", d' origine italiana ed abruzzese. In particolare quest'ultimi devono essere più coinvolti, fin dalle scuole ed università, a partire dall'invito a tutte le sue associazioni nel mondo, per questi appuntamenti, che già si profilano nel triennio 2024/6, passando per lo stesso Giubileo del 2025, intercettandone una parte dei flussi, specie con la suggestiva "Perdonanza Celestiniana", che arriva nella Città "Capoluogo-Capitale", coinvolgendo in primis le sue aree interne, così ricche di storia, tradizioni e cultura di rilievo, culla del primo e più fervente cristianesimo “celestiniano”, incarnato ora dal pontificato di Papa Francesco.

 "Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora Io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri" - Don Lorenzo Milani

Immagine da Cram Regione Abruzzo


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