In questa giornata vorrei condividere con gli amici dei Parchi Letterari tre poesie del mio compianto concittadino e poeta Erminio Cara, dal titolo “Terra” - “Terra Nostra 1°” e “Terra Nostra 2°” .
Non sono in grado di dire se
Erminio si sia ispirato ai luoghi della sua lunga permanenza a Guspini, ricca
di storie e suggestioni che ancora si mantengono, parte integranti dell'ampio
scenario storico, culturale ed ambientale, tanto caro a Giuseppe Dessì, in quell'angolo
di Sardegna che lui amava chiamare “Parte d'Ispi”.
Immagino Erminio di buon mattino,
col suo fare gentile ed ossequioso salutare le persone che incontrava,
attraversare il centro storico, verso ponente, per raggiungere ed imboccare “Su
mori de Luciferu”, il sentiero del Diavolo, e fermarsi a mezza costa, dopo
aver superato “Rio Mengas”, il rio degli aironi, a contemplare l'alba.
Seduto fra i massi granitici, che costeggiano il pauroso sentiero di fronte al
vasto panorama della pianura del Campidano, spaziare con lo sguardo sino alle
cime del Gennargentu. In questa mistica solitudine, farsi avvolgere e perdersi
fra i caldi e dorati raggi solari, per proseguire poi, colmo di magia, verso “Sa
Mitza de Luciferu”, la sorgente del Diavolo. Attingervi l'acqua salubre, da
tutti considerata acqua “benedetta”, in particolare raccolta per somministrarla
ai malati. “Su mori del Luciferu” è un antico percorso che i guspinesi
usavano per giungere al passo “Genna Frongia” ed unirsi al vicino
abitato di Arbus.
In questa tavolozza paesaggistica
vi sono l'insieme dei componenti che potrebbero aver ispirato le tre poesie: paesaggio, acqua, tramonti,
inferno, meraviglia e il cammino degli uomini. Erminio conosceva bene le storie
fantastiche e di paura che quel sentiero ancora custodisce, da attento ed
amorevole insegnate elementare non poteva non averle trasmesse ai suoi amati
alunni.
Il sentiero era anche il percorso
dei minatori che lavoravano nei cantieri di Ingurtosu, nel territorio di Arbus,
lo imboccavano solitamente la domenica al tramonto, accompagnati dal flebile
lume delle acetilene, che appariva e scompariva tra la vegetazione, per essere
alle sette del mattino in cantiere, ora di ingresso al lavoro. Questo rito
diede modo alla nostra comunità di scrivere e narrare storie, come quella che ci ricorda il Bottiglioni in "Leggende
e tradizioni in Sardegna" del 1903:
Lì nella scorciatoia che da Guspini va al paese di Arbus, vi ha una sorgente d’acqua fine che sana persino ammalati. Ma non a tutte le ore ci si può andare. Appena che il sole si getta alle spalle del monte, anima battezzata non passa di lì. In quel luogo maledetto, esce ogni sera un prete senza testa in compagnia del sagrestano e porta un lampioncino rosso. Molti hanno visto ciò che io dico e qualche compare – e mi scenda gotta [mi venga malanno] se non dico giusto! – hanno avuto spaventi grandi. In antico dicono che questo prete mistificava gli stupidi facendo mali fatti e guadagnava molto denaro e lo sotterrava accanto alla sorgente. Ma la brocca cala nel pozzo finché si spezza! Il prete l’hanno decapitato e adesso esce ogni notte a custodire il tesoro. Per ciò nessuno dopo che è calato il sole passa nella sorgente, nemmeno col pensiero.
Le poesie di Erminio, dove ritrovo tanto dei luoghi che
anch'io ho frequentato spensieratamente in gioventù:
TERRA
Sono paesaggio
morbido e duro
voglioso d'acqua limpida
di fuoco e di tempesta.
Il mutamento
é solo umana angustia
rimescolanza fluida
di forme e di tensioni.
Ho voce di alba e di tramonti,
tendi l'orecchio,
ascolta.
Nell'universo immenso,
del tuo piccolo piede, meraviglio.
TERRA NOSTRA I
Il tuo soffio vitale
inebria il mio mattino.
Ogni risveglio é dono
magia di vita
pensiero inafferrabile del tutto.
Distesa
assolata di luce
vellutata d'ombre
tutta ti abbraccia di tenerezza il mare.
Palpabile sostanza
rinnovi albe e tramonti
nell'opulenza del magico universo.
Immergo le mie mani
per ritrovar l'impasto primigenio,
essere uomo tra gli uomini in cammino.
TERRA NOSTRA 2°
Tristezza e pianto
nel penoso frugare a mani nude
la tua dura crosta, il morbido tuo manto.
Una arroganza malvagia
affossa in te
l'armonìa straziata dei corpi senza vita.
Carnaio orripilante
l'olocausto.
Non trova pace questa nostra terra,
frantumata corrosa appestata
dalla furia del sangue.
L'esecrazione
subdola
ne rinnova la pena.
Tarcisio Agus
Immagini di Clemente Muntoni:
L'alba
Guspini e il Passo
Su iniziativa del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna , la Fondazione Giuseppe Dessì, i comuni di Villacidro, Arbus, Buggerru, Fluminimaggiore, Guspini, San Gavino, Gonnosfanadiga