"Parco Letterario Giuseppe Dessì. Parte d'Ispi"
Giorgio Ariu editore. Giugno 2023
L’opera nasce dalla raccolta di diversi articoli pubblicati sulla Gazzetta del
Medio Campidano e su giornali on-line il Cagliaritano e I Parchi
Letterari, che ricadono nel territorio caro a Giuseppe Dessi che nel 2019
assurse, per volontà della Fondazione Giuseppe Dessì e del Parco
Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, a secondo Parco
Letterario della Sardegna.
L'obiettivo è quello di rivolgersi alle nuove generazioni affinché possano appassionarsi alla conoscenza del territorio in cui sono nati o vivono, così come Giuseppe Dessì lo sentì proprio, traendo da esso ispirazioni e narrazioni, fossero essi luoghi abitati, campi, boschi, animali, testimonianze archeologiche, storie del passato e di uomini. Un insegnamento universale che io in parte faccio
proprio con alcuni stralci, inserendoli nelle diverse narrazioni.
Il lavoro di composizione geologica, storica, ambientale e umana, si apre
con la formazione geologica, per arrivare a narrare antiche testimonianze e
alcune vicissitudini umane nella vasta area che il Dessì chiama Parte
d’Ispi.
L’ultima opera del Dessì, Paese d’Ombre, ambientata alla fine del 1800, è
stata la linea guida sulla quale ho scelto narrazioni e ricostruzioni storiche
appartenenti agli otto comuni del Parco (Villacidro, Gonnosfanadiga, San
Gavino, Guspini, Arbus, Fluminimaggiore e Buggerru). Ho richiamato i
vari comuni con l’ausilio delle introduzioni redatte nel 1833 dal giovane
storico Vittorio Angius, che curò la Sardegna nell’opera di Goffredo
Casalis, Dizionario Geografico Storico Statistico Commerciale degli stati
di S.M. il Re di Sardegna, per significare che Norbio, non era dissimile
dagli altri abitati idealmente coinvolti nell’opera del Dessì.
Così come narro dell'attività industriale più significativa che ha
caratterizzato la vita del 1800 in tutte le comunità del parco.
Questo lavoro sulla nostra realtà culturale mi piace aprilo con una poesia di
Giuseppe Dessì, del 9 agosto 1946, Alberi.
Così Neria de Giovanni scriveva nel volume Giuseppe Dessì Poesie, da lei
curato e pubblicato da Nemapress Editrice, 1995.
L’opera poetica potrebbe essere rappresentativa della storia del territorio
del Parco:
La prima parte, lirico-descrittiva, parla del poeta che ritorna alla casa della sua infanzia. Il ricordo, l'attesa e sopratutto la consapevolezza diessere portatore di memorie e vite già trascorse ricordano i temi fondamentali della grande narrativa dessiana, da San Silvano a Paese d'ombre. Nell'ultima parte del testo avviene la metamorfosi: gli alberi non sono soltanto segnali di appartenenza paesaggistico-biografica, ma diventano metafore della vita stessa dell'uomo. Le radici sono le passate generazioni, le foglie, i rami nuovi, le generazioni che verranno. La lirica si chiude con la proiezione verso l'universale, verso l'astrazione cosmica cui l'io poetico è pervenuto dopo la riappropriazione memoriale: “e l'attesa di ciò che non è stato / e che poteva essere / in un punto / l'armonia dell'universo”.
Tarcisio Agus
Su iniziativa del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna , la Fondazione Giuseppe Dessì, i comuni di Villacidro, Arbus, Buggerru, Fluminimaggiore, Guspini, San Gavino, Gonnosfanadiga