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Henrik Ibsen. Il più celebre autore, drammaturgo e poeta norvegese

12 Giugno 2023
Henrik Ibsen. Il più celebre autore, drammaturgo e poeta norvegese
Ibsen è considerato una figura di spicco nella letteratura norvegese e mondiale. Il quarto Parco Letterario norvegese è dedicato dalla Comunità di Skien al drammaturgo fortemente legato all'Italia

Henrik Johan Ibsen nacque il 20 marzo 1828 in una famiglia appartenente all'alta borghesia di Skien, una città della Norvegia sudorientale. Secondogenito di Knud Plesner Ibsen (1797-1877) e Marichen Cornelia Martine Altenburg (1799-1869), all'età di cinque anni dovette affrontare grandi cambiamenti sociali nella sua vita. Il padre subì un rovescio finanziario. Due anni dopo, nel 1835, ridotta in povertà, la famiglia si trasferì a Venstøp, una piccola località vicino a Skien. Gli Ibsen rimasero lì fino al 1843, quando si trasferirono di nuovo in città. Lo stesso anno, per contribuire a migliorare la situazione finanziaria della famiglia, Henrik iniziò a lavorare come assistente in una farmacia a Grimstad, un'altra piccola città costiera nel sud della Norvegia, dove abitò fino al 1850. A Grimstad il giovane Ibsen si dedicò alla poesia e si fece conoscere per la sua intelligenza e il suo spirito sarcastico, che fecero della farmacia il luogo di ritrovo privilegiato per i giovani della città che avevano aspirazioni intellettuali. 

Le sue prime opere
La prima opera letteraria di Ibsen fu la poesia I Høsten ("In autunno"), pubblicata il 29 settembre 1849 sul quotidiano Christiania-Posten.[1] Nello stesso periodo scrisse anche il suo primo dramma in tre atti e in versi, Catilina (1850) che l'amico Ole Schulerud promosse presso l'unico teatro di Christiania, capitale della Norvegia, ma il lavoro fu respinto. [2]. Schulerud, fermamente convinto del talento drammaturgico di Ibsen, decise di pubblicare Catilina a proprie spese nell’aprile 1850. Nello stesso mese Henrik Ibsen lasciò Grimstad per stabilirsi a Christiania. dove iniziò una nuova vita.

A ventidue anni Ibsen decise di intraprendere gli studi universitari. Per prepararsi frequentò l’istituto Heltberg, una scuola superiore dove conobbe, tra altri, lo scrittore Bjørnstjerne Bjørnson (1832-1910). Bjørnson, che in seguito ricevette il Premio Nobel per la letteratura (1903), rimase un caro amico di Ibsen per molti anni.  Tuttavia Ibsen fallì l'esame di ammissione all'università e il suo sogno di una carriera accademica andò in frantumi. Ciò nonostante ebbe il suo primo successo come drammaturgo. Il suo secondo dramma Kjæmpehøien fu subito accettato dal Christiania-Theater, e la prima rappresentazione fu, il 26 settembre 1850.[3] L'opera, ambientata nella Sicilia del X secolo, propone la contrapposizione tra lo spirito vendicativo dei vichinghi e il concetto del perdono nella dottrina cristiana.

Gli anni di Bergen
Nel 1851, il famoso violinista Ole Bull (1810-80) offrì a Ibsen un posto nella direzione del nuovo Norske Theatre di Bergen, la più grande città sulla costa occidentale della Norvegia. Divenne maestro di scena del teatro. Le sue responsabilità erano decorazioni, costumi, oggetti di scena, allestimento scenico e drammaturgia. Ibsen mantenne l'incarico per sei anni, e l'esperienza acquisita fu fondamentale per la sua futura carriera di drammaturgo. Grazie all'incarico, anche la sua situazione finanziaria migliorò notevolmente.

Durante gli anni di Bergen Ibsen si recò sia a Dresda che a Copenaghen per migliorare le sue competenze teatrali. Il 15 aprile 1852 arrivò nella capitale danese, all'epoca culturalmente molto vivace, e conobbe Johan Ludvig Heiberg (1791-1860), l’illustre direttore del Teatro Reale, dove compì la maggior parte dei suoi studi teatrali. A Copenaghen incontrò anche il celebre scrittore e poeta danese Hans Christian Andersen (1805–75). Dopo quasi due mesi si recò a Dresda, dove continuò il suo apprendistato. Il suo soggiorno tedesco fu abbastanza solitario, e dopo un periodo relativamente breve tornò a Bergen.

Cominciò per Ibsen un periodo lavorativo intenso; in cinque anni scrisse e mise in scena quattro drammi. Già il 2 gennaio 1953 fu la première del suo dramma Sancthansnatten (“La notte di San Giovanni”, 1852). Dal 1855 e nei due anni successivi, sempre il 2 gennaio, vennero rappresentati i drammi Gildet paa Solhoug (“Una festa a Solhoug”, 1855), Fru Inger til Østraad (“Donna Inger di Oestraat”, 1857) e Olaf Liljekrans (1857).

Sebbene il giovane drammaturgo fosse prolifico nel suo lavoro, non fu per lui un periodo facile. Non riusciva ad affermarsi come drammaturgo e venne criticato dal comitato teatrale per una gestione insoddisfacente. Con la messa in scena dello spettacolo Gildet paa Solhoug (“Una festa a Solhoug”) (1855) i sentimenti  cambiarono. Il dramma fu eseguito sei volte al Christiania Theater e nelle città di Kristiansand e Trondheim dove Ibsen introdusse un'importante novità scenografica: invece di indirizzarsi al pubblico, come era normale, gli attori, nei dialoghi, si rivolgevano l'un l’altro. Nell'ultimo anno a Bergen Olaf Ibsen mise in scena Liljekrans che tuttavia non fu ben accolto dal pubblico. Se si dovesse fare un bilancio sugli anni di Bergen di Ibsen, si potrebbe dire che solo uno dei drammi scritti in quel periodo, Gildet paa Solhoug, ebbe un certo successo.

La vita privata
Come già accennato, Ibsen all'età di quindici anni si trasferì da solo a Grimstad dove ebbe una relazione con la cameriera Else Sofie Jensen che gli diede un figlio  battezzato Hans Jacob Henriksen. Tuttavia, il rapporto con la madre e il figlio non durò a lungo. Quattro anni dopo Ibsen lasciò Grimstad per iniziare una nuova attività a Christiania e sarebbero passati altri sei anni e un nuovo trasferimento prima che ci fossero cambiamenti nella sua vita privata.

Il 7 gennaio 1856, mentre si trovava a Bergen, Ibsen conobbe la giovane Suzannah Daae Thoresen (1836-1914), figlia del pastore Hans Conrad Thoresen (1802-58) e Sara Margrethe Daae (1806-41). Dopo un breve periodo di tempo, Henrik e Suzannah si fidanzarono. Il 18 giugno 1858 si sposarono a Bergen. L'anno successivo, a Christiania,  nasce il loro unico figlio Sigurd.

I primi anni del matrimonio furono problematici. Il teatro era in perdita e Ibsen gravato dai debiti. La famiglia fu costretta a trasferirsi spesso e in alloggi sempre più squallidi. Tutto ciò aveva portò Ibsen in uno stato di profonda depressione che riuscì a superare grazie alla forte determinazione di Suzannah che rimase sempre il principale sostegno del marito.

Il ritorno a Christiania
Già l'anno precedente al matrimonio, nello specifico l'11 agosto 1857, Ibsen accettò la posizione di direttore artistico del Teatro Norske di Christiania. Il teatro era stato fondato sette anni prima con l'intento di bilanciare il Teatro di Christiania, dove attori e manager erano danesi e tutte le opere in scena erano importate da Copenaghen. Pertanto, lo scopo del nuovo teatro era promuovere drammi e vaudeville scritti da autori norvegesi contemporanei. Per quanto riguarda Ibsen, "Hærmændene paa Helgeland" ("I vichinghi a Helgeland", 1858) fu il primo dramma messo in scena al teatro.

Dopo un periodo di intensa produzione letteraria, la produttività del drammaturgo calò. Sarebbero dovuti passare quasi cinque anni prima che lo scrittore e drammaturgo scrivesse il poema "Terje Vigen" (1862), la commedia "Kjærlighedens Komedie" ("La commedia dell'amore", 1862) e il dramma storico "Kongs-Emnerne" ("I pretendenti al trono", 1863).

Ma Ibsen voleva fare di più. Voleva viaggiare all’estero per trovare ispirazione. Più di una volta, durante gli anni a Christiania, Ibsen aveva richiesto una sovvenzione statale ma senza successo. Tuttavia, nel 1863, con l'aiuto di Bjørnstierne Bjørnson, furono raccolti i fondi necessari e il desiderio di Ibsen di viaggiare si avverò, con destinazione Roma.

All’estero
Henrik Ibsen lasciò Christiania e la Norvegia il 5 aprile 1864 per trascorrere un anno all'estero e immergendosi nella cultura europea. Dopo poco più di due mesi di viaggio, arrivò a Roma il 18 giugno. Suzannah e Sigurd arrivarono in settembre. Ibsen potrebbe aver avuto l'intenzione di tornare in patria dopo un anno all'estero, ma le sue prospettive in Norvegia erano minime, se non nulle. Pertanto, ad eccezione di due brevi visite, non tornò in Norvegia per ventisette anni.

Dei suoi ventisette anni di volontario esilio, Ibsen trascorse circa dieci anni in Italia (dal 1864 al 1868 e dal 1878 al 1885), principalmente a Roma, e circa diciassette anni in Germania, prima a Dresda e poi a Monaco.

I primi anni in Italia
A Roma, lontano da Christiania, la vita di Ibsen cambiò. Sebbene inizialmente la sua situazione finanziaria fosse ancora precaria, il suo umore migliorò. Aveva riacquistato la voglia di scrivere anche se dopo diversi anni infruttuosi, ricominciare non fu facile. Si racconta che un giorno, nell'estate del 1865, entrando per caso nella Basilica di San Pietro, ebbe un'ispirazione e iniziò immediatamente a scrivere. Qualche mese dopo "Brand" (1865), un dramma in versi in cinque atti, divenne realtà. "Brand" è considerato il primo capolavoro di Ibsen. 

Il dramma narra della storia del pastore Brand, idealista e intransigente, e della sua tragica vita in un villaggio di montagna norvegese. Per il carattere del protagonista,  si dice che Ibsen si sia ispirato ai pensieri del filosofo, teologo e scrittore danese Søren Kierkegaard (1813-1855), che all'epoca erano molto dibattuti.[4] Inoltre, si dice che il modello per Brand sia stato il sacerdote norvegese Christopher Bruun (1839-1920).[5] Quando fu pubblicato, "Brand" suscitò grande scalpore e portò a una lunga serie di recensioni sulla stampa norvegese, danese e svedese.[6]

Si potrebbe dire che "Brand" abbia cambiato la vita di Ibsen in molti modi. Le sue opere precedenti non avevano affascinato il pubblico. Di conseguenza, fino ad allora, la reputazione di Ibsen come drammaturgo era stata mediocre e, di conseguenza, la sua remunerazione modesta. Con "Brand", però, la situazione cambiò. Il dramma ottenne un grande successo e con esso cresceva l'ammirazione per Ibsen. L'anno successivo alla pubblicazione, nel 1866, Ibsen ricevette finalmente dal governo norvegese un salario annuale da autore. Tutto ciò portò maggiore stabilità nella sua vita, che ora sembrava piena di prospettive. Finalmente poteva concentrarsi pienamente sul suo lavoro artistico. Retrospettivamente, si potrebbe persino dire che la visita improvvisa di Ibsen alla Basilica di San Pietro sia stata determinante non solo per la narrazione del sacerdote Brand..

Nell'anno successivo, venne pubblicato "Peer Gynt" (1867), una commedia in versi in cinque atti. I primi due atti del dramma furono scritti a Roma, il terzo presso Villa Pisani a Casamicciola a Ischia e il quarto e il quinto a Sorrento. [7] Il poema si basa su motivi leggendari, folkloristici e fiabeschi ed è ricco di allusioni a persone ed eventi contemporanei. Allo stesso tempo, è uno studio psicologico profondo del personaggio protagonista, Peer. [8] Anche "Peer Gynt" fu ben accolto ed ebbe successo. Fu anche l'ultima opera scritta da Ibsen prima di lasciare l'Italia. Il primo soggiorno della famiglia Ibsen in Italia si concluse l'anno successivo.

Il soggiorno in Germania
Nel 1868  Sigurd compì nove anni e la famiglia decise di trasferirsi nel nord Europa protestante, in Germania, per assicurare al figlio una educazione più in linea con i loro principi. Dal punto di vista temporale, il loro soggiorno in Germania fu diviso; prima dal 1868 al 1880 e poi dal 1885 al 1891. Inizialmente si stabilirono a Dresda nel Regno di Sassonia. Tuttavia, nell'aprile del 1875, la famiglia Ibsen si trasferì a Monaco nel Regno di Baviera, dove rimasero fino al 1880, ad eccezione dell'inverno 1878-1879, quando Ibsen trascorse del tempo in Italia. 

Durante questo periodo il drammaturgo scrisse De unges Forbund (“La lega dei giovani”, 1869), Kejser og Galilæer (“Cesare e Galileo”, 1873), Samfundets Støtter (“Le colonne della società”, 1877), Rosmersholm, (“La casa dei Rosmer”, 1886), Fruen fra Havet (“La donna del mare”, 1888) e Hedda Gabler (1890).

Il rientro a Roma
Nel 1878, la famiglia Ibsen tornò a Roma, che sarebbe rimasta la loro casa per sette anni. Durante il suo secondo soggiorno in Italia, Ibsen scrisse altre quattro opere teatrali che sarebbero diventate famose in seguito: "Et dukkehjem" ("Una casa di bambola", 1879), iniziata a Roma e completata ad Amalfi, "Gengangere" ("Fantasmi", 1881) e "Vildanden" ("L'anatra selvatica", 1884). Inoltre, durante questo periodo, nel 1882, il figlio Sigurd Ibsen ottenne il dottorato in legge presso l'Università di Roma. Tre anni dopo, la famiglia Ibsen decise di tornare a Monaco.

Il ritorno in patria
Come già accennato, nel 1891 Ibsen tornò in Norvegia. Si stabilì, insieme a Suzannah, a Christiania, che divenne la sua dimora fino alla sua morte. Durante quegli anni nella capitale norvegese, scrisse le opere teatrali "Bygmester Solness" ("Il maestro di cantiere", 1892), "Lille Eyolf" ("Piccolo Eyolf", 1894), "John Gabriel Borkmann" (1896) e "Når vi døde vågner" ("Quando ci svegliamo morti", 1899). Nel 1900 Ibsen fu colpito da una paralisi. Successivamente, la sua salute gradualmente peggiorò e sei anni dopo morì a Christiania, il 23 maggio 1906. Il funerale del celebre drammaturgo fu il più sontuoso mai visto nella Norvegia indipendente, con il re, il governo, il parlamento e il corpo diplomatico in prima fila. La cerimonia funebre fu presieduta dal sacerdote Christoffer Bruun, presunto modello del personaggio di Brand.

Le opere più famose e conosciute
Oggi Ibsen è considerato una figura di spicco nella letteratura norvegese. Le opere teatrali di Ibsen possono essere classificate e caratterizzate in diversi modi: alcune sono storiche, altre romantiche e altre ancora realistiche e contemporanee. Le opere scritte da Ibsen, oggi considerate le più famose e i suoi capolavori, sono "Brand", "Peer Gynt", "Et dukkehjem" ("Una casa di bambola"), "Gengangere" ("Fantasmi") e "Vildanden" ("L'anatra selvatica"), scritte in Italia, e "Hedda Gabler" e forse "Rosmersholm", scritte in Germania.[9] Tra queste opere, in un contesto internazionale, "Et dukkehjem" ("Casa di bambola") può essere considerata la più famosa tra i drammi di Ibsen.

In Italia, il 15 febbraio 1889, la pièce fu messa in scena per la prima volta al Teatro Gerbino di Torino. Tuttavia, una produzione più famosa di "Casa di bambola" fu realizzata il 9 febbraio 1891, al Teatro dei Filodrammatici di Milano. Il ruolo della protagonista Nora fu interpretato dalla rinomata attrice Eleonora Duse (1858-1924), soprannominata la "Divina". Successivamente, la stessa messa in scena della pièce fu rappresentata anche a Roma, Mosca, Vienna, Berlino, Londra e Budapest. Quindici anni dopo, nel 1906, Duse, grande ammiratrice di Ibsen, visitò Christiania dove, al National Theatre, si esibì sia in "Hedda Gabler" che in "Rosmersholm". Durante il suo soggiorno a Christiania, desiderava incontrare il drammaturgo di persona. Tuttavia, Ibsen, che morì più tardi lo stesso anno, era allora troppo debole.

Da molti "Casa di bambola" è considerata un simbolo del femminismo e dell'affermazione delle donne. Di conseguenza, la protagonista Nora è diventata un simbolo femminista. Ad esempio, in Italia, all'inizio del XX secolo, "Casa di bambola" di Ibsen veniva chiamata la "Bibbia del femminismo", insieme all'autobiografia "Una donna" (1906) della scrittrice e femminista Sibilla Aleramo (1876-1960).[10] Ancora oggi, più di 140 anni dopo la sua prima pubblicazione, "Casa di bambola" può ancora essere considerata moderna e attuale. Ad esempio, nel 2022 la pièce è stata rappresentata in 28 teatri (di cui 4 in Italia), in nove diversi paesi.[11]

 In generale, si può dire che le opere principali di Henrik Ibsen non si affievoliscono, ma rimangono rilevanti nel tempo.



[1] Christiania-Posten i Store norske leksikon på snl.no. Hentet 26. februar 2023 fra http://snl.no/Christiania-Posten.
[2] Oggi la capitale si chiama Oslo.
[3] https://www.ibsen.uio.no/DRINNL_K1%7Cintro_performance.xhtml
[4] https://www.treccani.it/enciclopedia/soren-aabye-kierkegaard/
[5] Myklebust, Eivind; Allkunne: Brand - dikt av Ibsen i Store norske leksikon på snl.no. Hentet 9. mars 2023 fra http://snl.no/Brand_-_dikt_av_Ibsen
[6] https://www.ibsen.uio.no/DRINNL_Br%7Cintro_publication_reception.xhtml
[7] https://www.ibsen.uio.no/DRINNL_PG%7Cintro_creation.xhtml
[8] Peer Gynt i Store norske leksikon på snl.no. Hentet 9. mars 2023 fra https://snl.no/Peer_Gynt
[9] Hagen, Erik Bjerck: Henrik Ibsen i Store norske leksikon på snl.no. Hentet 8. mai 2023 fra https://snl.no/Henrik_Ibsen
[10] https://www.duo.uio.no/bitstream/handle/10852/57405/Master-tesi-Torill-Rambj-r.pdf?sequence=1 , p.63.
[11] https://ibsenstage.hf.uio.no/pages/search

 Bibliografia

Dahl, Helge; Bjørnson i Roma. Europeer på klassisk grunn, Messel forlag, 2008
Hagen, Erik Bjerk; Henrik Ibsen i Store norske leksikon på snl.no. Hentet 8. mai 2023 fra https://snl.no/Peer_Gynt
Heiberg, Hans; «… født til kunstner» Et Ibsen-portrett, Skien 2003
Myklebust, Eivind; Allkunne: Brand - dikt av Ibsen i Store norske leksikon på snl.no. Hentet 9. mars 2023 fra http://snl.no/Brand_-_dikt_av_Ibsen
Rambjør, Torill; “Due donne – due scrittrici, Sibilla Aleramo e Sigrid Undset, Confronti letterari dei romanzi Una donna e Jenny»
Treccani; https://www.treccani.it/enciclopedia/soren-aabye-kierkegaard/
World Press.com; https://ibsenitalia.wordpress.com/tappe-italiane-di-ibsen/1-roma-1864/1-2-il-circolo-scandinavo/ (6.03.2023)
Ystad, Vigdis; https://www.ibsen.uio.no/DRINNL_Br%7Cintro_publication_reception.xhtml
Aarseth, Asbjørn; https://www.ibsen.uio.no/DRINNL_K1%7Cintro_performance.xhtml

 

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