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Coraggiose compagne di viaggio: Emma Perodi

26 Maggio 2022
Coraggiose compagne di viaggio: Emma Perodi
I luoghi non raccontano storie, ne sono l’espressione. Per comprendere, vivere e scoprire un territorio attraverso un percorso di iniziazione sentimentale ed emotivo, è fondamentale riuscire ad “ascoltarlo” attraverso le sue voci narranti.

 I luoghi non raccontano storie, ne sono l’espressione. Per comprendere, vivere e scoprire un territorio attraverso un percorso di iniziazione sentimentale ed emotivo, è fondamentale riuscire ad “ascoltarlo” attraverso le sue voci narranti.

La fruizione “sensoriale” dei luoghi consente di riequilibrare l’uso della vista - tra i sensi quello che utilizziamo maggiormente e che d’abitudine sollecitiamo con lo stesso meccanismo schematico e sempre uguale a se stesso nel codificare e fissare i limiti degli scenari che ci circondano – a favore di un “abbraccio” che in un unico afflato coinvolga tutti i sensi: sensazioni tattili, uditive, olfattive, di gusto, emozionali.

E’ così che si può creare un itinerario sensoriale declinato a seconda del proprio grado di sensibilità nel “sentire” quello che sentiva l’artista, lo scrittore, il poeta, che siano voci, suoni, musiche, rumori “locali”; il gusto di sapori, cibi, ingredienti prelibati o meno di ricette e piatti tipici; materiali, consistenze; gli odori della natura, dalle essenze profumate alle “puzze” nauseabonde… Insomma, un mondo di percezioni assolutamente affascinante e del quale conserviamo gli elementi a noi “familiari” del vissuto quotidiano, dandoci così motivo di curiosità ulteriore per una più approfondita conoscenza di un personaggio letterario che nel passato recente o remoto abbia abitato e sia vissuto in quel luogo.

La ricerca di provare quello che viveva, sentiva, respirava un artista in una “sua giornata tipo” potrebbe sembrare quantomeno singolare, ciononostante, se la direzione attuale del marketing è davvero quella di andare sempre di più a interconnettersi ed intrecciarsi con le neuroscienze, coinvolgendo il turista in un gioco percettivo, i suoni, non solo quelli fonetici delle parole, ma quelli onomatopeici che risvegliano immediatamente nella nostra memoria associazioni emozionali per noi importanti ed uniche, acquistano un significato ed un’importanza sempre maggiori nel mondo della comunicazione e della promozione turistica territoriale.

Il paesaggio sonoro, i suoni della natura, degli animali e delle persone che abitano quel luogo e con quel luogo interagiscono, contribuiscono a definire e caratterizzare un territorio, dandogli un’impronta distintiva ed una connotazione identitaria, alla stessa stregua di profumi e sapori. Spesso i suoni ci sfuggono, purtroppo, perché siamo distratti dalla componente visiva. L’impronta sonora di un luogo è da sempre una parte integrante nella vita dell’uomo, la sua giornata è scandita dai suoni creati dalla natura, come il vento, l’acqua, gli animali; dalle voci, dalle canzoni, dai racconti, che segnano i ritmi quotidiani dei piccoli e grandi riti di passaggio della vita di ognuno di noi.

L’impronta sonora di ogni luogo andrebbe protetta, perché la forte componente sensoriale che permette di riconoscerne l’unicità, oltre a riaffermare le radici culturali di una comunità, ci restituisce un senso di reciprocità, un sentire emotivo che ci mette in relazione con i luoghi, e richiama i paesaggi sonori della nostra esistenza e della nostra memoria.

Lo storytelling della voce narrante di un itinerario sonoro, un podcast ad esempio, che caratterizza un luogo nel racconto di una storia, può essere utile ad avere una comprensione maggiore dell’artista stesso, in modo “dinamico” e personalizzato.

Il podcast qui sotto proposto riporta con semplicità alcuni tra i suoni più comuni dei luoghi del Casentino dove Emma Perodi si muoveva e racconta una storia, quella di una donna vissuta nell’800 e morta oltre cent’anni fa, che ha rappresentato un esempio di donna carismatica, interessante e di grande modernità, attualissima sia nel modo di scrivere che nelle tematiche sociali proposte, tra tutte l’emancipazione femminile e la condizione dei minori.

Emma Perodi è stata, nella letteratura italiana di fine ‘800, una scrittrice di romanzi per ragazzi e per adulti, giornalista, traduttrice, saggista, direttrice di giornali e periodici, educatrice impegnata nel sociale. Il suo nome rievoca, nell’immaginario collettivo, soprattutto novelle e fiabe per ragazzi, grazie in particolare a “Le novelle della nonna” che evidenziano, oltre allo stile, l’inesauribile fantasia narrativa. Ma Emma Perodi fu molto di più, una “trasformista della penna”, che, tra la metà dell’Ottocento ed i primi del Novecento, espresse con un’incredibile energia e volontà la capacità delle donne di impegnarsi in vari campi; un multiforme talento ed un costante impegno, le permisero di spaziare dalla letteratura, al giornalismo, al sociale, settori prettamente “maschili” e, grazie alla tenacia ed al carattere che le erano propri, di riuscire ad emergere e distinguersi come una brillante scrittrice.

I luoghi del Casentino, nella mia esperienza personale, rappresentano quelli in cui trascorrevo le vacanze da bambina e il sottile filo che ricollegava un viaggio nella memoria e nei ricordi, è stato per me il presupposto dal quale sono inizialmente partita.

In seguito, leggendo e approfondendo la vita di Emma Perodi scrittrice, tutto ciò si è rivelato essere una felice coincidenza, che ha reso possibile riscoprire una zona conosciuta sotto una luce nuova e con nuovi colori, ma anche avvicinarmi ad una scrittrice dei parchi letterari della quale non conoscevo assolutamente l’esistenza, e che ora, invece, sento quasi come una presenza “familiare” e amica, una “compagna di viaggio” a me cara.

La storia raccontata è solo quello che il mio sentire ha percepito leggendo quello che conoscitori e studiosi del lavoro e della figura di Emma Perodi hanno scritto su di lei, anche in questo spazio. A me è sembrata una donna che è riuscita a trarre coraggio dalle proprie paure, a trasformare in forza le proprie fragilità, non risparmiandosi mai. Per questo mi piacerebbe potesse diventare una “compagna di viaggio” anche per altre persone, semplicemente cercando nella propria vita di spostare ogni giorno un pochettino più avanti i propri limiti personali, per vivere appieno ed intensamente ogni attimo, in modo pieno e consapevole e in armonia con il mondo circostante.

 MariaPia Casavecchia

 

Emma Perodi e le Foreste Casentinesi
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