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nel parco Carlo Levi

Info & Prenotazioni

Parco Letterario Carlo LeviSoc. Cons. a.r.l.

Contatti
Parco Letterario Carlo Levi

Via Martiri d’Ungheria, 1
Tel. 0835 568529
0835 568038 (Comune)
Fax 0835 568900
Cell. 320 2745706
E-Mail info@parcolevi.it www.aliano.it

ORARI CENTRO INFORMAZIONI TURISTICHE:
INVERNALE:
Mattino ore 10.30 - 12.30 Pomeriggio ore 15.30 - 18.00
ESTIVO:
Mattino ore 10.30 - 12.30 Pomeriggio ore 16.30 - 19.30

Chiusura settimanale : Lunedi

ORARI VISITE
Visita casa levi - museo della civiltà contadina e pinacoteca Carlo Levi
INVERNALE:
Mattino ore 11.30 pomeriggio ore 16.30
ESTIVO:
mattino ore 11.30 pomeriggio ore 17.30

Si precisa che per tutte le informazioni sulle visite telefonare al centro informazioni turistiche 0835/568529

Visita della casa di Carlo Levi:
La casa è esattamente la stessa di quando fu da lui lasciata nel 1936. Non vi sono oggetti, né suppellettili, né arredi; la casa è rimasta completamente vuota questo “vuoto” che si desidera costruire una forte emozione attraverso la quale tutto ciò che si immagina diventa vivo, vero, percepito dai sensi; il senso di squallore profondo che si manifestò all’Autore non appena entrò nell’appartamento è stato mantenuto e conservato dagli spazi appena restaurati e così il minimo intervento architettonico ha prodotto il massimo effetto simbolico intorno alla sua casa, alla sua cucina, al camino, alla camera da letto, alla terrazza panoramica.

Non sono stati creati falsi arredi, false immagini inutili e non rispondenti alla realtà, non sono stati allestiti oggetti od ambienti artificiali per non “sacralizzare” ciò che oggettivamente non possiede autentico valore storico. Tuttavia un video multimediale sapiente, efficace e suggestivo si lascia compenetrare dai tanti turisti-viaggiatori che, catturati dalla voce narrante e dalle immagini che scorrono, sfogliano con la mente le pagine del “Cristo si è fermato ad Eboli”. Dunque l’abitazione di Levi è rimasta nuda, racchiusa dentro alle sue mura imbiancate di calce, separata tra cucina e studio di pittura dalle porte verniciate di azzurro, separata nei suoi immensi spazi esterni dalle piccole finestre dipinte di verde.

Visita della Pinacoteca:
Ospita opere di Carlo Levi realizzate durante il confino, prima a Grassano (MT) e poi ad Aliano. Un colore allucinato ed espressivo si infila dove dovrebbero apparire ombreggiature e nasce la pittura magica di Carlo Levi. Del quale continua a vivere nel paese non solo la memoria ma il fiato. Levi qui è un nume tutelare, un dio protettivo. All’interno della suddetta pinacoteca è raccolta la documentazione storica del confino di Carlo Levi. Vi sono conservati dipinti originali del , litografie, documenti storici e mostra fotografica permanente inerente Levi dalla nascita fino al funerale ad Aliano.

Visita museo della “Civiltà contadina”:
"Il padrone di casa mi aveva avvertito che sarei stato spesso disturbato dal rumore del trappeto, il frantoio che era sotto alle mie stanze;ci si entrava dall'orto, per una porticina di fianco agli scalini che portavano in casa. Avrebbe lavorato anche di notte, il trappeto mi aveva detto. Quando girava la vecchia mola di pietra, trascinata in tondo da un asino bendato, la casa tremava, e un rombo continuo saliva dal pavimento..." Situato al piano terra della casa di Levi ospita tutto ciò che riguarda le antiche procedure di produzione dell’olio, gli oggetti legati alla coltivazione dei campi, alla mungitura del latte, alla produzione del formaggio, le suppellettili. Una casa contadina originale, con letto, culla, stalla, e tanto altro ancora. Attraverso la visita a questo museo ci si ritrova immersi nel periodo del Confino di Levi in Aliano.

Visita della Tomba di Carlo Levi:
completamente rinnovata nel suo aspetto architettonico, con un belvedere retrostante che denota il rapporto tra vita e morte, poiché l’affaccio è verso la casa in cui Levi ha vissuto. Un basolato su cui sorgono due file di mattoni in cotto ed una balconata aperta sul Pollino e sui tetti del paese. Con poche varianti rispetto a ciò che c’era prima del restauro. Un intervento che non disturba molto. Al centro, una lastra di pietra bianca ricorda che lì è sepolto il torinese del sud, per usare una felice espressione di Gigliola De Donato.

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