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Notte bianca del libro. Ad Aliano con Carlo Levi

Notte bianca del libro. Ad Aliano con Carlo Levi

29 luglio, Aliano. Le terre del Sud, le acque del Mediterraneo vanno guardate con occhi nuovi e custodite con gesti nuovi-il mistero della storia di questo tempo all’origine dell’incontro di menti e di cuori che allungano le braccia verso la scoperta

29 Luglio 2021
Notte bianca del libro Festival 2021
Aliano, Parco Letterario Carlo Levi, 29 luglio 2021
Un evento che si aggiorna ogni stagione e che quest'anno offre una rivisitazione della lettura di Carlo Levi con appuntamenti di teatro musica e incontri culturali all’aperto.

Le terre del Sud, le acque del Mediterraneo vanno guardate con occhi nuovi e custodite con gesti nuovi - il mistero della storia di questo tempo all’origine dell’incontro di menti e dicuori che allungano le braccia verso la scoperta

Giovedi 29 luglio 2021 ALIANO Anfiteatro 

Ore 18.30 IL TERRITORIO CHE PORTIAMO DENTRO. CON CARLO LEVI ALLA SCOPERTA DI UN NUOVO SUD. LA CULTURA CHE SI GUARDA INTORNO. 
Partecipano scrittori, giornalisti e i protagonisti della vita della Comunità di Aliano con Filippo La Porta, Luigi De Lorenzo, Antonio Colaiacovo e Lorenzo Rota. Sotto la buona stella di Paolo Abano

ORE 19.15 GILDA POLICASTRO PRESENTA LA PARTE DI MALVASIA, LA NAVE DI TESEO, 2021 
Dialoga con l’autrice Patrizia Minardi 
Sotto la buona stella di Simona Bonito 

ORE 19.50 GIULIO SAPELLI PRESENTA 2020 PANDEMIA E RESURREZIONE, GUERINI E ASSOCIATI, 2020 
Dialogano con l’autore Nicola Cavallo e Erberto Stolfi 
Sotto la buona stella di Annalisa Percoco 

ORE 20.30 FILIPPO LA PORTA E LA VITA COME MERAVIGLIOSO, SOGNANTE FALLIMENTO L'ALTERITÀ ANTROPOLOGICA E MORALE DEL SUD: DON CHISCIOTTE EROE DEL MONDO CONTADINO NELLA LETTURA SIMPATETICA DI CARLO LEVI 
Dialoga con l’autore Giuseppe Mininni 
Sotto la buona stella Paolo Albano 

ORE 21.10 RIPARTIRE DA LEVI: LE NUOVE NARRAZIONI AUDIOVISIVE DELLA BASILICATA DI DELIO COLANGELO 
Dialoga con l’autore Antonello Faretta
 Sotto la buona stella di Giuseppe Lalinga

 ORE 21.40 SPETTACOLO TEATRALE “OCCHI NERI” 
Sotto la buona stella di Ulderico Pesce 

Dal racconto di Levi la certezza di una visione nuova del Mezzogiorno
Bisogna partire dalla Lucania di Levi per esaudire il desiderio di centralità e di sconfinalità della Basilicata e del Mezzogiorno.
E’ tempo che venga ripreso, invertendo le parole, il racconto che Carlo Levi ha fatto della Lucania e della sua gente perché possiamo volgere un nuovo sguardo su questa terra, patrimonio ineludibile di ricchezza e di povertà, di assolutezza e di meschinità, di visione e di terra sotto i piedi: una contradizione continua che deve generare una visione di futuro che metta insieme i territori del Sud incamminandoli verso nuovi nomi e nuove mete. Per questo occorre fermarsi e riflettere su ciò che ci suggerisce il saggista Filippo La Porta che ha un’interpretazione del racconto di Levi modernissima e, a nostro parere, ineludibile: “Levi ha capito come il Sud – almeno inteso come potente metafora di una modalità di esistenza, di una visione della vita e della morte – appartiene a ciascuno di noi. Il Sud non ha più confini precisi, non coincide più con latitudini definite. In una conferenza del 1950 a proposito dell’Orologio Levi scrive dell’«altra civiltà» che gli è capitato di scoprire nel confino in Lucania, in quel mondo popolare subalterno:
Questo mondo non soltanto non ha dei confini così precisi, …ma è dentro di noi, è un elemento della nostra stessa vita, della nostra persona, un elemento fondamentale non eliminabile» (in Un volto che ci somiglia, Edizioni e/o, Roma 2000, p. 68).
Queste parole mi sembrano di una lucidità quasi profetica e vanno perfino oltre… È vero, il Sud è anche una visione dell’esistenza… È migrante, come i suoi molti (e spesso disastrati) abitanti. A volte penso che oggi diventi molto più interessante chi «si fa» Sud (dovunque abiti, a qualunque latitudine appartenga), chi cioè sceglie consapevolmente una parte, chi procede verso una «periferia» (necessariamente mobile, inquieta), verso l’Eboli immaginaria della sua esperienza, chi insomma intende rimeditare tutte le possibilità liquidate troppo in fretta dalla modernità vincente”. 
Per questo la Basilicata va a Torino, trova la casa del Circolo dei lettori e resta Sud, s’inalbera come un meridionale, si placa come un lucano. E per questo è porto del Mediterraneo. E per questo nella settima edizione della Notte bianca del libro festival il porto di Potenza, a 819 metri di altitudine, si incontra con il porto di Torino, a 219 metri di altitudine. Occorre ricordarselo sempre: Il Mediterraneo non è un mare ma un luogo di acque creato dai Paesi che si sono fatti attorno, un luogo promessa di riconciliazione. In questo luogo è possibile la scoperta quella che si realizza attraverso l’energia delle acque del nostro mare e la consapevolezza che servono domande nuove perché noi possiamo essere Sud guardando con occhi nuovi e raccontando con gesti nuovi. Eureka

Noi, tutti i protagonisti della Notte bianca del libro che verrà abbiamo scelto “…di fare ancora altre cose, non perché sono [sfide] facili, ma perché sono difficili.“ (John Fitzgerald Kennedy) e tanto più lo faremo perché, grazie alla sconfinalità, siamo consapevoli di essere tutti pellegrini e tutti oriundi, tutti stranieri e tutti fratelli. Con questa consapevolezza ce la metteremo tutta perché “… la strada dentro il cuore degli altri Prima o poi si traccerà”. Ha ragione Ivano Fossati

Fondazione  Circolo dei Lettori 

Eventi organizzati in collaborazione con Parco Letterario Carlo Levi


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