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#iorestoacasa nel Parco Emma Perodi con chi

#iorestoacasa nel Parco Emma Perodi con chi "ne sa più della vecchia di Farneta". Di Alberta Piroci

#iorestoacasa nel Parco Letterario Emma Perodi e le Foreste casentinesi e ascolto chi "ne sa più della vecchia di Farneta". Proverbi e modi di dire, perle di saggezza popolare del patrimonio paremiologico del casentino. Di Alberta Piroci

09 Maggio 2020
In Casentino nel Parco Letterario Emma Perodi e le Foreste casentinesi  con 
"Ne sa più della vecchia di Farneta"

Proverbi e modi di dire
Perle di saggezza popolare del patrimonio paremiologico del casentino
di Alberta Piroci

 "Ne sa più della vecchia di Farneta": questo proverbio/modo di dire, è tratto dalla raccolta di Gaetano Conti Vecchio Casentino” (Grafiche Calosci,1975). L’autore del repertorio di motti e proverbi dell’area casentinese, considerando che questo detto popolare si è originato in un contesto locale geograficamente limitato, comprendeva l’importanza di aggiungere una nota esplicativa atta a suggerire l’ambito culturale e la contestualizzazione di riferimento: "la vecchia di Farneta fu quella che fornì materiale di racconti e memorie a Emma Perodi per la stesura de Le novelle della nonna”, dando così per scontata l’esistenza di una novellatrice in località Farneta.

Nato da un’esperienza sul campo, nel proverbio è forse insita dell’ironia che prende di mira chi assume un atteggiamento da saputo o saputello ed è rivolto a chi fa sfoggio di ciò che sa o che presume di avere una cultura superiore a quella che realmente possiede con la pretesa di voler dire la sua su ogni argomento. Tuttavia il riferimento letterario al capolavoro della Perodi testimonia sia la diffusione e notorietà, soprattutto in ambito locale, del testo della scrittrice toscana ma anche del personaggio di nonna Regina Marcucci, la novellatrice di Farneta, sia che si tratti di un personaggio realmente esistito o dell’invenzione letteraria di Emma Perodi.

Considerando che, come scrive Viviana Agostini Ouafi nel suo saggio La Voce e il Libro nelle novelle della nonna di Emma Perodi, in Casentino vige una certa con-fusione tra la tradizione orale e le Novelle della nonna annesse al patrimonio folklorico locale e l’osmosi inestricabile che lega ormai alcune di queste novelle ad una tradizione popolare già più o meno letterarizzata anche prima della Perodi, non è facile comprendere quale possa essere la verità sull’esistenza o meno di nonna Regina Marcucci che è la portavoce simbolica del un vasto patrimonio orale che nella vallata veniva tramandato nel tempo oltre che dai narratori itineranti anche da novellatrici analfabete come la Beppa e la Maria Pierazzuoli di Pratovecchio ed altre donne della cui esistenza abbiamo testimonianza. 

 Nonna Regina trasmette il vasto patrimonio popolare orale raccontando lungo l’arco di un anno ogni domenica o in occasione di altre festività, una novella, raggiungendo lo scopo di trasmettere quella cultura fatta di sapienza popolare. E’ una novellatrice come molte altre vissute in Casentino le quali, come ogni narratore, rivendicavano la loro libertà creativa di apportare varianti durante l’esposizione, citavano spesso un proverbio: “La novella ‘un è bella se sopra ‘un ci si rappella” . Un proverbio questo, riportato dallo scrittore toscano Gherardo Nerucci nato nel 1828 a Pistoia, che chiarisce come chi racconta fiabe/novelle possa liberamente metterci del suo per far crescere e diversificare il racconto a seconda delle necessità.

 Anche Italo Calvino, introducendo Le fiabe italiane, fa riferimento a questo proverbio sottolineando che la novella vale per quel che su di essa tesse e ritesse ogni volta chi la racconta, per quel tanto di nuovo che ci si aggiunge passando di bocca in bocca. E’ questa una testimonianza importante per prendere coscienza del peso che nella tradizione orale ha avuto la creazione poetica del novellare. Anche la Perodi sembra far proprio questo concetto, dando prova di padroneggiare molto bene i meccanismi della tradizione narrativa orale, riutilizzando e modificando i materiali, proprio come avrebbe fatto una novellatrice popolare. Quanto all’importanza che la scrittrice toscana aveva riservato ai proverbi di cui aveva pienamente compreso il valore, quali perle del sapere popolare, va ricordato che nella prima edizione del suo capolavoro, le novelle, pubblicate a puntate dall’editore romano Perino sul “Giornale per bambini” (1892/93), erano siglate a piè di pagina da un proverbio che conteneva la morale della storia narrata. La Perodi non recupera le novelle popolari, le leggende agiografiche o a fondo storico tramandate dai cantastorie per un solo interesse folklorico ma per un profondo rispetto per la narrazione orale del cui valore aveva piena consapevolezza. Il testo di Gaetano Conti è introdotto dal Professor Bruno Migliorini, l’illustre linguista e filologo che per vari anni fu Presidente dell’Accademia della Crusca, il quale esprimeva, tra l’altro queste riflessioni: “trovo nella raccolta espressioni antiche scomparse dall’uso comune e ingegnose immagini coniate da un popolano che probabilmente non oltrepassano i confini della vallata: le une e le altre meritano di essere salvate dalla dimenticanza”

Nel ricco repertorio paremiologico casentinese, il proverbio che riguarda la novellatrice di Farneta, mettendone in evidenza la saggezza, rimane vincolato ad un’area geografica e ad un contesto storico specifici e pertanto assume importanza soprattutto in ambito locale dove è considerato come vitale mezzo di ammaestramento e comunicazione; si tratta di una versione codificata di un luogo comune che riflette l’importanza della tradizione orale nella comunità di appartenenza, consapevole della saggezza della trasmissione del patrimonio orale.

Il detto popolare, codificato nella memoria della comunità, enuncia una verità ricavata dall’esperienza e presentata come conferma di un’argomentazione divenuta patrimonio della comunità stessa. La potenza espressiva di questo proverbio risiede dunque nel fatto che, la metafora ad esso associata, ha un significato saldamente radicato e riconosciuto nel suo valore tramandato di generazione in generazione. Come tutti i proverbi o modi di dire, ritenuti depositi della saggezza popolare, anche questo risulta essere potente fattore di identità e di riconoscimento all’interno della comunità di appartenenza. Tesoro di cultura locale, questo modo di dire permette la conoscenza della storia, delle tradizioni e del folklore nonché dell’entroterra culturale e sociale della comunità casentinese; è un enunciato che condensa un significato profondo e rinsalda i legami esistenti tra gli abitanti della vallata e la propria comunità linguistico-culturale.

Sia che si tratti di un personaggio realmente esistito o solo dell’invenzione letteraria di Emma Perodi, nonna Regina, la novellatrice, diventa portavoce simbolica di saggezza, capace di tramandare una visione del mondo alle generazioni più giovani, indicando loro comportamenti corretti. Attraverso questo proverbio abbiamo la prova di come la comunità casentinese guardasse al proprio patrimonio paremiologico: retaggio della saggezza popolare che ha il pregio di aver fissato una materia che altrimenti sarebbe andata perduta. Patrimonio che oltre ad essere prezioso dal punto di vista linguistico ci ha consegnato un ritratto sociologico della valle dei secoli passati, esprimendo con arguzia opinioni diffuse e largamente condivise. 

E’ significativo a questo proposito ricordare che nella cornice del suo capolavoro, la scrittrice Emma Perodi, inserisca uno scambio di battute fra il cittadino colto, professor Luigi, che raccoglieva le fiabe popolari e la vecchia contadina Regina, mettendo l’accento “sull’utilissimo scopo” delle raccolte di fiabe del secondo Ottocento: conservare superstizioni, credenze, “usi antichi di ciascun paese … ringiovanisce ed arricchisce la lingua”

 Inoltre la scrittrice toscana, nel momento in cui Cecco, il figlio più giovane di nonna Regina, accetta il ruolo di nuovo lettore, lo fa portavoce di alcune interessanti considerazioni: "in mezzo a narrazioni fantastiche, nonna Regina vi ha insegnato tante cose; ogni novella racchiudeva esempi di fortezza di carattere, di virtù, di rassegnazione nelle sventure e con tatto squisito ella sceglieva quelle più adatte al presente stato dell’animo nostro”.

Con ciò Emma Perodi manifestava il suo rimpianto per la tradizione popolare orale sia per un mondo destinato a scomparire come la società rurale che esprimeva.

Il modo di dire (Ne sa più della vecchia di Farneta) originatosi, come già accennato, in un contesto geostorico specifico, il Casentino, esprime tutta l’importanza del narrare, quale mezzo per insegnare divertendo alle generazioni più giovani: Ludendo docere.

Con le sue novelle nonna Regina aveva offerto ai suoi venticinque familiari e non solo, occasione di divertimento sano e istruttivo; l’ultimo consiglio che impartirà loro è racchiuso in un noto proverbio che esprime un concetto importante allora come ora: "L’unione fa la forza", afferma la novellatrice, nella convinzione che per far fronte alle avversità della vita occorra innanzi tutto l’unione del gruppo familiare o sociale. Di rimando Vezzosa, moglie di Cecco, il più giovane dei figli di nonna Regina e l’unica in grado di leggere e scrivere, rammenta, facendo anch’essa ricorso alla sapienza antica dei proverbi, che:"Iddio aiuta quelli che s’aiutano"

Alberta Piroci, 9 maggio 2020

*Alberta Piroci Branciaroli. Laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Firenze, docente di Lettere presso gli Istituti Secondari di primo grado, ha collaborato con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Arezzo per la catalogazione dei beni mobili del territorio provinciale. Vive e lavora in Casentino, vallata che con la sua storia, le sue tradizioni e leggende, con i suoi conventi , castelli e abbazie, ritorna spesso nei suoi scritti accomunati da ricerche storiche e piacevole narrazione. Tra i numerosi saggi e pubblicazioni sono da segnalare: “La città immaginata”, “Camaldoli. Il monastero,l’eremo e la foresta” e “La Verna. Guida al sacro monte” (Edimont Editore). Per ASKA Editrice ha curato “Valtiberina. Un itinerario di colori e di luce” e “Casentino.Terra di santi e cavalieri” della collana Itinere. Risale a luglio 2018 la cura del catalogo della Mostra ”Nel segno di Leonardo. La Tavola Doria dagli Uffizi al Castello di Poppi”.

Per il Parco Letterario Emma Perodi e le Foreste Casentinesi, di cui è Direttore Scientifico, ha pubblicato La valle dei racconti. In Casentino con Emma Perodi (Aska Ed, 2019), Casentino da favola! (Aska ed. 2019)

Il Parco Letterario Emma Perodie le foreste casentinesi. In un equilibrato connubio tra paesaggio, patrimonio culturale e attività tradizionali il Parco Letterario è ambientato negli storici Comuni di francescana e dantesca memoria di BibbienaPoppiPratovecchio StiaChiusi della VernaOrtignano RaggioloCastel Niccolò, riuniti sotto l’egida del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

Vedi la cartografia del Parco Letterario Emma Perodi

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Foto di copertina: repertorio https://www.parchiletterari.com/evento.php?ID=01561

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