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Appunti di viaggio in Georgia, tra storia e leggenda. Di Stanislao de Marsanich

Appunti di viaggio in Georgia, tra storia e leggenda. Di Stanislao de Marsanich

Appunti di viaggio in Georgia, tra storia e leggenda. Da Tbilisi al Monte Kazbegi fino al Mar Nero con Plinio, Dumas, Puškin e Tolstoy. Di Stanislao de Marsanich per www.lagenziadiviaggi.it

14 Aprile 2020

Appunti di viaggio in Georgia tra storia e leggenda 

Da Tbilisi al Monte Kazbegi fino al Mar Nero con Plinio, Dumas, Puškin e Tolstoy 

Di Stanislao de Marsanich per www.lagenziadiviaggi.it

Quando alla Creazione Dio convocò i popoli per distribuire le terre, i georgiani erano impegnati a festeggiare. Arrivati tardi all’appuntamento decisero di danzare e cantare persedurre il Creatore che alla fine donò loro la regione più bella che si era tenuto per sé. Così narra la leggenda. La storia millenaria, il paesaggio e la varietà di climi rendono il Paese degli Argonauti, del Vello d’oro, di Medea e di Prometeo una meta unica ai confini tra Asia ed Europa. 

Tbilisi somiglia ancora a quella descritta da Monsieur Moynet nell’800 nel suo diario: “La città fiancheggia la Kura che la divide in due parti, congiunte da ponti. Ciascuna è come inerpicata su un suolo che va elevandosi, a partire dal fiume, per salti e balzi; sicché, in certi quartieri, di sopra del tetto di una casa, si scorge il basamento di un’altra. Quasi tutte hanno un terrazzo per tetto”...dove è incantevole fare la colazione “tra il fiume, il monastero, la fortezza e le abitazioni aristocratiche”. Dalla piazza del teatro si scende attraverso stradine senza tempo e ci si perde piacevolmente tra caravanserragli e botteghe di tè. Fregi d’argento e damascature introducono ai mercanti di tappeti e ai fabbricatori di berretti di lana e di Astrakan. Dalla Chiesa di Metekhi (XIII secolo) a strapiombo sul fiume si raggiungono in pochi minuti le Terme sulfuree dalle tante cupole rosse amate da Puškin, per poi risalire verso la panoramica fortezza di Narikala (IV secolo). In poche decine di metri si passa davanti alla moschea, alla sinagoga, alla cattedrale di Sioni (VII secolo), fino alla chiesa di Anchiskhati (VI secolo), tutte costruite nel medesimo quartiere e frequentate in piena armonia da musulmani, ebrei, zoroastriani e cristiani ortodossi e cattolici.

Musei, teatri, gallerie e spettacoli di ogni genere rendono il calendario pienissimo. Da non perdere il Balletto Nazionale della Georgia, un repertorio di danze impregnate di memorie liriche e guerresche accolto in Italia alla Scala, al Carlo Felice di Genova, al San Carlo di Napoli e alla Fenice di Venezia. Non si può passare la prima sera in città senza cenare in riva al fiume. Il ricco cibo georgiano è accompagnato da i numero si brindisi diretti dal tamada un maestro di cerimonie che introduce le numerose varietà di carni e pesce: dal chakapuli (agnello con dragoncello e prugna), allo shkemeruli (pollo con salsa di aglio), fino alla trota in salsa di prugne selvatiche. Buonissimi il khachapuri, pane ripieno di formaggio, e il tradizionale pane preparato attaccando l’impasto alle pareti di un forno circolare in pietra o in cotto, entrambi fatti in casa nel ristorante e bread house Puris Sakhli.

Il vino georgiano è rinomato nel mondo: il Kindzmareuli è un rosso fruttato, il Tsinandali e il Gurdzhaani sono due ottimi bianchi secchi. I vigneti più noti si trovano verso Est, nelle valli di Jorie Alazani. Pur essendole cantine più grandi gestite in maniera moderna, molti vini fermentano ancora in grandissime giare interrate per sopportare meglio le differenze di temperatura. Una tradizione che stanno riscoprendo da noi alcuni produttori dell’Isola d’Elba, e forse non è un caso che Diodoro Siculo (9020a.C.) ci racconta che gli Argonauti dopo avere raggiunto il Tirreno, approdarono su un’isola chiamata Aethalia, l’Elba appunto.

A metà Ottocento Alexandre Dumas scriveva:“Dio ha dato ai bevitori georgiani il vino dei Kaketi, un vino leggero, che non fa ubriacare, o meglio,che non dà alla testa. Hanno inventato un recipiente che li fa ubriacare nonostante loro,o piuttosto nonostante il vino. È una specie di anfora che viene chiamata goulah, una bottiglia dall’ampia pancia e dal lungo collo, che accoglie sia il naso che la bocca, in maniera tale che bevendo non si perda nulla del vino e anche della sua essenza. Ne risulta che, mentre il vino scende, l’essenza sale, cosìche cen’èper tutti:per lo stomaco e per il cervello”.  

Da Tbilisi la leggendaria Strada Militare Georgiana porta nella Regione del Grande Caucaso. Percorsa da Strabone e Plinio il Vecchio, e poi da PuškinTolstoy e Lermontov, i 250 chilometri continuano a raccontare metro per metro la storia di questo straordinario Paese attraverso castelli, città fortificate e chiese meravigliose tra cui Jvary (Croce), le cui pietre secolari sono tutt’uno con la montagna su cui poggia e da cui si dominala maestosa Cattedrale di Svetitskhoveli, alla confluenza dei fiumi Aragvi e Mtkvari,che si narra sia stato il luogo di sepoltura dell’ebrea Sidonia qui tumulata insieme alla tunica di Cristo. Come il Monastero di Jvary, Svetitskhoveli è Patrimonio dell’Umanità. Ricchissimi e suggestivi i suoi interni dove si sposarono, furono incoronati e sepolti alcuni tra i più importanti sovrani del Paese. Nel silenzio delle navate e tra i raggi di sole che spezzano una penombra che invita i fedeli al raccoglimento, sorge una“porziuncola”, copia della cappella del Santo Sepolcro di Gerusalemme XIV sec. Meraviglioso è l’affresco dell’ Apocalisse (XVII) dove tra Cristo, gli Apostoli e un mare pieno di mostri emerge una sorprendente ruota dello zodiaco.

Proseguendo sulle orme di Pompeo alla conquista del Ponto Eusino, si incontrano valli boscose, passi innevati e lente mandrie allo stato brado, e ancora torrenti e formazioni di travertino che colorano il paesaggio con pennellate di blu, giallo e rosso fuoco. La destinazione è il Monte Kazbegi, ai confini con la Russia, che dall’alto dei suoi 5.047 metri domina il Grande Caucaso. Ai piedi della sposa, così viene chiamata la montagna ricoperta da ghiacci e nevi perenni, a 2.200 metri sorge il Monastero di Tsminda Sameba (Santa Trinità), tappa di una tra le più belle ed emozionanti scalate del mondo. A valle, ai margini del villaggio che diede i natali al grande scrittore georgiano del XIX secolo Alexandre Kasbegi, è possibile riposarsi in un luogo inaspettato e per certi versi onirico: il Rooms Hotel Kasbegi. Grazie all’ottima cucina e al servizio impeccabile ci si ambienta immediatamente, specie se si decide di prendere un aperitivo in terrazza o, ancora meglio, immersi nella piscina interna riscaldata che affaccia sulle mitiche montagne, ideali per chi vuole scoprire nuove e non affollate mete sciistiche. 

In Georgia ci si può svegliare al mattino alle pendici di montagne che superano quota 5mila e andare a nuotare al tramonto nelle tiepide acque del Mar Nero. A metà strada, non lontano dalle grotte dove leggenda vuole fosse stato imprigionato Prometeo dopo avere rubato il fuoco agli dei, c’è la seconda città del Paese, Kutaisi, un tempo capitale dell’antico regno della Colchide e oggi sede del nuovo, futuristico, palazzo del Parlamento. Alle porte di Kutaisi, il centro termale di Tskaltub, famoso per le sue sorgenti d’acqua radioattiva. Lo Tskaltubo Spa Resort accoglie gli ospiti nelle stesse camere abitate da Stalin che qui veniva a passare le acque con buona parte della nomenclatura sovietica.

A pochi chilometri dal confine turco, Batumi è l’ultima fermata della ferrovia Transcaucasica e luogo di arrivo dell’oleodotto che la collega a Baku, in Azerbaigian. Da lontano i grattaceli che svettano dal mare fanno sembrare la città di Medea e del Vello d’oro una Dubai del Nord. Di fatto il centro storico è ricco di ricordil egati alla ricchezza di una città che tra l’800 ei l‘900 era luogo di villeggiatura della borghesia caucasica dell’Impero Zarista. Azeri, armeni, russi, georgiani con europei e turchi hanno lasciato palazzetti liberty che sorgono regolari tra la moschea, le chiese e il lungomare. Bellissimo l’Orto Botanico dell’Accademia delle Scienze della Georgia, cento ettari sul mare che rendono questo posto unico per il paesaggio e la varietà di piante favorite da un clima umido quasi subtropicale.

A Gori è possibile visitare un’altra “porziuncola”, la casa natale di Iosif Stalin. Due povere stanze protette da un sovrastruttura adornata da falci e martelli che introducono a un imponente museo ricco di documenti, foto e pezzi di storia sovietica. Gori non ha dimenticato l’ultimo conflitto che ha coinvolto la Georgia nel 2008. La città di più di 50mila abitanti, nel giro di poche ore è stata completamente svuotata e bombardata. Le rovine visibili fanno da sfondo alla grande operosità di un popolo millenario fiero e intraprendente, che alla sua forte identità abbina un senso dell’ospitalità che ti fa sentire a casa ovunque tu sia, in cima alle montagne, in riva al mare, immerso in terme radioattive, o tra i cimeli staliniani di un passato non troppo lontano.

 Stanislao de Marsanich, appunti di viaggio in Georgia

Articolo originale pubblicato su www.lagenziadiviaggi.it del 16 luglio2014

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