Mille anni fa nel Sud. Il Millenario della fortificazione di Melfi è l'occasione di un viaggio strepitoso nella storia e nell'arte. Normanni, Arabi , Bizantini, monaci e imperatori: Raffele Nigro ci fa un regalo splendido e ci aspetta a Melfi...
Tra le mura millenarie di Melfi nel
Parco Letterario Federico II
Mille anni fa nel Sud
di Raffaele Nigro*
Nell’autunno del 1018 il catapano bizantino Basilio Boiohannes sconfigge a Canne l’esercito di Melo da Bari composto di soldati longobardi, tedeschi e normanni. Dopo di che decide di fortificare i confini a nord e a occidente del thema di Puglia minacciato dai longobardi di Benevento. Tra la fine del 1018 e per tutto il 1019 realizza perciò delle fortificazioni intorno ai borghi disseminati sulle colline del Subappennino dauno e dell’Appennino lucano. Quelli di Troia, Tertiveri, Dragonara, Bovino, Castelfiorentino nel nord della Puglia e quelle di Melfi, Rapolla e Cisterna in alta Basilicata. Mille anni fa. Un millenario che si è festeggiato lo scorso anno con un convegno internazionale di studi organizzato a Melfi,dopo il riconoscimento concesso dal Ministero dei Beni Culturali.
I Normanni prima e Federico II di Svevia poi allargarono l’area del borgo e portarono a ben quattro chilometri la circonferenza delle mura di Melfi, tuttora esistenti. Ancora i Normanni avviarono la costruzione del castello,che fu arricchito di una diecina di torrioni dagli svevi e dagli angioini. Un castello dall’assetto irregolare e in posizione svettante sul colmo della collina nella quale fu insediato il borgo più antico. Qui furono realizzate le chiese di santa Lucia, di san Lorenzo, di san Pietro, di Santa Maria dei Lombardi e la cattedrale,che nel 1153 fu munita per volontà di Ruggero II, di uno straordinario campanile, opera dell’architetto Noslo di Remerio.
Altrettanto poderosa è la cattedrale di Troia, la cui facciata è abbellita da un rosone dal traforo così ricco da sembrare un ricamo. La chiesa di Troia apre a una serie di cattedrali romaniche che siedono nel cuore della Puglia, tra Bari, Barletta, Trani, Ruvo, Bitonto. Mentre sono resti spesso insignificanti quelli che troviamo ancora oggi nelle altre località citate. Esclusa forse Ascoli Satriano dove Melo da Bari trovò rifugio nella sua fuga verso le città della Campania e dove pare che nascesse o perlomeno vivesse per qualche tempo il cronista Lupo Protospata.
Tra Salerno e Benevento si fondarono i gastaldati a cui erano ascritti i centri dell’Irpinia, dell’attuale Lucania settentrionale e del Sannio. Nei risultati del convegno è emerso che i Longobardi diffusero il culto di San Michele in tutta Europa, portado da Monte Sant’Angelo delle reliquie intorno alle quali sorse il grtande complesso religioso di Mont Saint Michel in Normandia.
Fu su queste civiltà che provarono ad innestarsi gli Arabi, che giunsero nel IX secolo ad occupare Bari,Taranto e Matera e a fondare addirittura un emirato nella Puglia con capitale Bari. Dopo di loro o insieme a loro e provenendo non dal cuore dell’Europa bensì dall’Egeo, approdarono i Bizantini. Che introdussero una loro cultura, fatta di liturgie in lingua greca e legate all’ortodossia di Bisanzio e che vessarono per decenni il Sud con la loro fame di denari e di beni. Al punto che a partire dai primi del 1000 i baresi Melo e suo cognato Datto, li attaccarono e provarono a scacciarli.
Tutto andò bene per i primi quindici anni, finché nell’autunno del 1018 i due vennero sconfitti. Inizia da allora una storia assolutamente nuova che porterà dopo la fondazione di un catapanato a Foggia e a Bari, alla nascita di un ducato normanno in Italia meridionale, con capitale a Melfi e poi a un regno che andrà da Napoli a Palermo. Su questo regno si siederanno Roberto il Guiscardo e la sua bella moglie Sigelgaita e più tardi Federico II di Svevia e Carlo d’Angiò.
In tutto questo si innestò la colonia di monaci seguaci di San Basilio che introdussero nei territori del Sud d’Italia colture fino ad allora sconosciute e tra questi approdi non secondaria furono le presenze di San Luca di Demena e di San Vitale di Castronuovo, di San Guglielmo da Vercelli fondatore dell’eremo di Montevergine, di San Nilo di Rossano e di Giovanni da Matera.
Al convegno internazionale svoltosi a Melfi tra il 10 e il 13 ottobre, sono intervenuti docenti di varie università, dalla Cattolica alla Federico II di Napoli a la Sapienza si Roma, a quelle di Basilicata e di Calabria. A presiedere i lavori il professor Cosimo Damiano Fonseca, accademico Linceo e già rettore dell’Università di Basilicata. Con lui i membri del Comitato Nazionale, Piero Dalena, prorettore dell’Università della Calabria, Raffaele Nigro, Livio Valvano sindaco di Melfi e Francesco Panarelli, docente di medievistica all’università di Potenza.
Dopo i saluti della rappresentante del Ministero Marta Ragozzino e del sindaco di Melfi, le relazioni di una nutrita schiera di medievisti, tra cui Jean Marie Martin, del Centro di ricerche di Parigi, Vera van Falkenausen, Alessandro Di Muro, Vito Lorè, Donatella Gerardi, Giovanni Araldi, Mauro Agosto, Manuela De Giorgi, Francesca Sogliani, Nicola Masini, Fabrizio Gizzi, Luigi Serra, Patriza Del Puente, Giuseppe Colucci e Giancarlo Andenna.
Un secondo convegno sulla presenza dei Normanni nel Sud è previsto per settembre 2020 e un terzo su Federico II e sulle Costituzioni di Melfi per maggio 2021. Intanto, a cura del Parco Letterario Federico II ha visto la luce un’opera voluminosa su Il Millenario della fortificazione di Melfi, un’opera che il Parco provvederà a donare ai singoli parchi letterari italiani appena si calmerà questa ondata violenta di epidemia.
Raffaele Nigro. Melfi lì aprile 2020
*Raffaele Nigro, nato a Melfi, è stato caporedattore della Rai. Ha scritto saggi sulla letteratura italiana del Quattro e Cinquecento e sulla letteratura del ribellismo, reportage come Diario Mediterraneo (Laterza, 2001) e Il mondo che so (Hacca, 2019) e una ventina di romanzi tradotti in molte lingue, tra i quali ricordiamo I fuochi del Basento (Cde, 1987; Premio SuperCampiello) e Malvarosa (Rizzoli, 2005; Premi Mondello, Biella, Flaiano, Selezione Campiello). Raffaele Nigro è tra l'altro ideatore e presidente del Parco Letterario Federico II di Melfi e presidente della Giuria del Premio Letterario Carlo Levi nel Parco Letterario Carlo Levi di Aliano.
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In foto:
Castello e mura di Melfi, www.touringclub.it
Castello di Melfi, Touring Club Italiano
Cattedrale di Troia, www.e-borghi.com