#iorestoacasa e leggo Un Mare di isole a Røst, Nel Parco Letterario Pietro Querini. Il viaggio di Maria Vittoria Querini a Røst sulle tracce di Pietro Querini nelle isole Lofoten oltre il Circolo Polare Artico
Un Mare di isole
nel Parco Letterario Pietro Querini di Røst
Di Maria Vittoria Querini
Nella Carta Marina che Olaus Magnus (Olav Manson) compilò nel 1539 è raffigurata Tile, un’isola circondata da mostri marini e posizionata in una zona di mare a nord dell’Inghilterra. Altro non è che la leggendaria isola di Thule che Virgilio definì Ultima Thule nel senso di estrema terra conosciuta, dove si infrangono i sogni o da dove essi prendono forma.
Forse la nave di Pietro Querini sfiorò l’isola nel 1431 in quel drammatico viaggio che dai vigneti dorati di Candia lo stava conducendo, suo malgrado, verso un nord sconosciuto. Come pure aveva sfiorato mesi prima - sempre in quel medesimo viaggio - le isole Canarie, «luoghi sconosciuti e temuti anche dai marinai».
Sappiamo come finì. Perduta la nave, la scialuppa con Pietro e i pochi compagni sopravvissuti andò a frantumarsi sugli scogli di un isolotto delle Lofoten oltre il Circolo Polare Artico. La popolazione di Røst fu accogliente e generosa. I naufraghi lentamente si ripresero e poterono fare ritorno, tempo dopo, alle proprie terre di origine con un bagaglio raro e prezioso di conoscenze.
Nel 2013 fui invitata dai cinque Comitati norvegesi della Dante Alighieri (oggi sono sette) a tenere una conferenza sulla storia di Pietro Querini. Concluso il programma ufficiale decisi in maniera del tutto improvvisata di andare a Røst. L’isola sembrava disabitata, era estate ed i pescatori erano in vacanza. Popolavano quel silenzio solo le grida degli uccelli marini, gabbiani, cormorani e puffini atlantici. Andai col pensiero ai casalinghi Puffini dell’Adriatico (Giovanni Pascoli) che «Tra cielo e mare (un rigo di carmino / recide intorno l’acque marezzate) / parlano. E’ un’alba cerula d’estate: / non una randa in tutto quel turchino». Proprio come a Røst in quei giorni di fine agosto.
Sapevo che c’era un Pub Querini da qualche parte. Vagammo senza meta in cerca di un’insegna. Trovammo infine una casa che sul muro riportava a grandi lettere quel nome familiare e dentro un Ristorante dove in quel momento c’erano solo due persone, Anne Cecilie Pedersen che lo gestiva e Kjell-Arne Helgebostad, il giovane dottore dell’isola, che vi era appena entrato. Fu una conoscenza spontanea, informale e diretta. La sera ci riunimmo di nuovo lì e alle cinque o sei persone presenti riproposi le immagini proiettate durante il mio giro di conferenze. Ma tra tutte quelle immagini di passati splendori veneziani, credo che una in particolare li colpisse: la citazione dello sbarco di Pietro Querini a Røst (celata sotto il nome di Rustene) che il cartografo Grisellini e il pittore tiepolesco Menescardi avevano immortalato in una mappa settecentesca nella Sala dello Scudo del Palazzo Ducale di Venezia.
Questo insigne richiamo al naufragio sulle coste norvegesi del navigatore veneziano fu sicuramente uno stimolo ad ampliare la visibilità storica di Røst, che si concretizzò l’anno successivo, il 2014, con la costituzione del Comitato Dante Alighieri, il più settentrionale al mondo, seguita nel 2017 dalla istituzione del Parco Letterario Pietro Querini (litteraturpark på Røst) in collaborazione con il Comune di Røst e il sostegno dell'allora Ambasciatore d'Italia Giorgio Novello.
MARIA VITTORIA QUERINI, 31 marzo 2020
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Ønsker seg italiensklitteraturpark på Røst
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