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Breve nota su Bernhard e l’A.I.P.A. di Teresina Ciliberti

Breve nota su Bernhard e l’A.I.P.A. di Teresina Ciliberti

26 maggio 1961. Ernst Bernhard fonda a Roma l’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (A.I.P.A.). Di Teresina Ciliberti

22 Maggio 2018
Breve nota su Bernhard e l’A.I.P.A.
di Teresina Ciliberti

Il 26 maggio 1961 Ernst Bernhard con un gruppo di allievi ,tra cui Paolo Aite, Aldo Carotenuto e Dora Friedlaender (sua moglie), fondò a Roma l’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (A.I.P.A.), la prima associazione Junghiana riconosciuta a livello internazionale.
L’intento era duplice:
-approfondire e diffondere in Italia il pensiero di Jung ( promuovendone ,in primis, la traduzione delle opere);
-favorire e organizzare in modo unitario la preparazione di nuovi analisti junghiani, tutelandone i diritti.

Uno dei punti più qualificanti dello statuto contemplava, infatti, la possibilità ,anche per i non medici, di svolgere la professione di analista partendo da Jung e salvaguardando, nel contempo, la dimensione di libera creatività nella elaborazione teorica, nella ricerca e nella prassi.
Punto di partenza del sapere analitico ,dunque, fu per i membri dell’A.I.P.A. quello junghiano, ma presto si verificarono “i viaggi da esso”: percorsi di differenziazione e di elaborazione anche antitetica di intuizioni attorno a mitologemi.
Bernhard paventando che le incomprensioni potessero compromettere la vita della associazione assunse responsabilmente le decisioni per ogni questione, il che fece accentuare le controversie e, l’anno dopo la sua morte ,nel 1966 un gruppo di dissidenti diede vita al Centro Italiano di Psicologia Analitica (C.I.P.A.) e nel 1968 “ per gemmazione, non per scissione”, a Firenze Iannelli e Gianfranco Draghi- tra i primi presidenti AIPA dopo Bernhard –diedero vita al Gruppo di Firenze che teorizzava metodologie analitiche e pratiche terapeutiche innovative e sperimentazioni culminanti nella Autonomia Policentrica.
La diffusione del pensiero di Jung e di Bernhard , che ha mutato sensibilmente il panorama culturale italiano* dagli anni 60, attualmente continua in maniera “fruttuosa”: il pensiero e la prassi analitica nelle sue varie declinazioni, articolandosi dialetticamente e interagendo con altre discipline e saperi mostra, infatti, la validità di alcune loro idee.
Teresina Ciliberti

note
L’interessante storia dei dissensi e delle divergenze tra Roma e Firenze e delle innovazioni circa lo sviluppo della Psicologia Analitica in Italia si può “rintracciare” nei seguenti testi , consultabili anche sul web:
- Rivista di Psicologia Analitica di Roma fondata nel 1969 da Aite, Locascio, Pignatelli e Rosselli.
-Autorità e creatività. La dimensione psichica del singolo e del gruppo in una struttura di autonomia policentrica.(ed. L’individuale 1973).
-Frame testo 3 Il Gruppo di Firenze di Psicologia Analitica ,(AA.VV)
-La danza degli archetipi ,(a cura di Roberto Scuteri et al.CUEN1989).

*Personaggi di spicco della cultura italiana gravitarono intorno a Bernhard o furono in analisi con lui; tra questi Federico Fellini, Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli, Cristina Campo e Roberto Bazlen, fondatore con Luciano Foà della casa editrice Adelphi, Luciano Emmer, Vittorio De Seta e Adriano Olivetti.

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