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Ugo Baduel, Uomo libero

Ugo Baduel, Uomo libero

15 aprile 2014, Roma, Palazzo Firenze. L’Ambasciatore Bruno Bottai e Laura Lilli La invitano presso la Società Dante Alighieri per un incontro in ricordo di Ugo Baduel, giornalista e scrittore

15 Aprile 2014
  

 L’Ambasciatore Bruno Bottai e Laura Lilli
La invitano presso la Società Dante Alighieri per un incontro in ricordo di

Ugo Baduel

Roma, 15 aprile 2014
Palazzo Firenze,
Piazza Firenze 27, ore 10.00

Il 22 aprile di quest’anno cadrà il venticinquesimo anniversario della morte di Ugo Baduel, giornalista e scrittore.
In quest’occasione l’Ambasciatore Bruno Bottai e Laura Lilli la invitano presso la Società Dante Alighieri che, con il patrocinio de I Parchi letterari®, ha organizzato per martedì 15 aprile, alle ore 10.00, nella sua sede di Piazza Firenze, 27 a Roma, una mattinata in suo ricordo.

Interverranno Massimo D’Alema, Sandro Gerbi, Enzo Golino, Piero Sansonetti, Aldo Tortorella, Chiara Valentini. La moglie, Laura Lilli, e la figlia Alessandra Baduel lo ricorderanno in chiave personale. Verrà letto un ricordo su Ugo Baduel scritto da Walter Veltroni.

Modererà Simonetta Fiori.


Ugo BADUEL (Perugia, 1934 - Roma, 1989) è stato uno dei più brillanti inviati speciali de L’Unità del suo tempo. Vi ha trascorso quasi trent’anni, dal 1960 (anno in cui si iscrisse al Partito Comunista Italiano) al 1989, anno della sua morte. Ed è corretto non escludere questo tragico ultimo anno, perché è quello in cui scrisse uno dei suoi più noti editoriali, Il codice genetico del Pci. Tuttavia morì in aprile, e non ce la fece a vedere la sospirata caduta del muro di Berlino.

La sua attività a l’Unità può dividersi in tre filoni: le inchieste di carattere sociale, il giornalismo parlamentare e gli editoriali, e la collaborazione con Enrico Berlinguer, di cui fu amico oltre che collaboratore e resocontista ufficiale dal ‘73 all’‘84 e col quale fece due viaggi: uno nell’Europa dell’Est (ma non in Unione Sovietica, dove non fecero entrare Berlinguer), e uno a Cuba e in America Latina.

Fece inchieste molto importanti, toccando argomenti di cui in quegli anni nessun altro giornale parlava. Specie al Sud, dove si recava molto spesso. Parlò dei bambini che ad Altamura in Puglia venivano dati in affitto perché lavorassero, e del caporalato che in Sicilia faceva il bello e il cattivo tempo fra i braccianti. Scrisse contro il latifondo e contro la mafia, di cui negli anni Sessanta tutti tacevano cominciando dal Vaticano. Riuscì a intervistare uno dei padroni di Napoli, Antonio Gava, dotato di uno strano grande cubo nel quale riusciva a farsi vedere o non vedere, e così via. Per due anni, alla vigilia del ‘68, fu anche al Nord. Si occupò dei sindacati ormai ribollenti nelle grandi fabbriche. Prima, a Roma, era stato giornalista parlamentare e notista politico.

Non era arrivato né a l’Unità né al Pci all’inizio della sua precoce carriera politica. Da ragazzo era cattolico. A diciannove anni dirige il giornale degli studenti democristiani delle scuole medie Lo studente d’Italia, dove tiene un rubrica seguitissima: Il ragazzo dai capelli verdi. A Roma fa parte del gruppo democristiano di sinistra Terza generazione, e fra lo sbalordimento di tutti, che vedevano in lui un futuro ministro, abbandona la Dc che ritiene ‘troppo affamata di potere’ e, dopo un breve interregno in cui scrive per L’Ora di Palermo, si lega al gruppo cattolico-comunista di Franco Rodano e, nel ‘55, fonderà con lui l’importante rivista Dibattito politico. Intanto conosce Lucio Magri e Giuseppe Chiarante e, con loro, nel ‘60, farà il ‘salto’ nel Pci.

Di Ugo Baduel è uscito postumo, nel 1992, da Sellerio, il romanzo-memoria L’elmetto inglese. Ha scritto inoltre una biografia di Enrico Berlinguer per le Edizioni L’Unità e ha collaborato al film di Ansano Giannarelli, Berlinguer/ la sua stagione.
Inviti_Baduel_1.pdf

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