Un filo rosso collega idealmente alcune realtà distanti centinaia di chilometri e divise dal mare dalla città di Nuoro dove è nata Grazia Deledda, con il Comune di Galtellì, e Mantova, con i comuni di Borgo Virgilio e Ceresara.
Nella ricorrenza del centenario della nascita di Grazia Deledda, un filo rosso collega idealmente alcune realtà distanti centinaia di chilometri e divise dal mare dalla città di Nuoro dove è nata la scrittrice: Mantova, con i comuni di Borgo Virgilio e Ceresara.
La scrittrice, Premio Nobel per la letteratura nel 1926, prima e unica donna italiana a ricevere il prestigioso riconoscimento culturale, nasce a Nuoro ma spesso frequenta Ceresara, piccolo comune mantovano che ha dato i natali al marito Palmiro Madesani, un funzionario del Ministero delle Finanze, poi suo agente letterario.
E a Ceresara conosce e frequenta Don Primo Mazzolari, un prete scomodo anche per la chiesa per le sue battaglie a favore dei diritti dei deboli, delle ingiustizie e delle libertà, e che in un suo libro ricorda la "Grazia Deledda parrocchiana", con la quale intrattiene lunghe conversazioni amichevoli, ambedue animati dagli stessi principi sociali ed umani.
Ella, al pari di Don Primo, è sempre stata antagonista del "sistema", tanto che nel 1909 si candida al Collegio di Nuoro della Camera per il Partito Radicale Italiano, una sorta di provocazione poiché allora le donne non potevano votare.
L'aria della campagna mantovana e della vita delle sue genti, oltre a quelle del popolo sardo, si ritroverà poi in alcune sue opere e novelle (L'ombra del passato, Nel Mulino, ecc... ), scritte anche nei soggiorni presso la casa di Ceresara che i cittadini, pochi anni fa, hanno cercato di salvare con appelli e proteste pubbliche perché a rischio di scomparire per essere inglobata nella espansione della zona industriale invece di essere valorizzata come casa-museo della scrittrice.
Mai rapporti simbiotici di Grazia Deledda sono anche con il borgo di Galtellì (Nuoro), dove insiste dal 1996 un parco letterario a lei dedicato con attività annuali per valorizzare i luoghi che la ispirarono, e Borgo Virgilio (Mantova) il comune che la ricorda non solo per averle dedicato una via.
Il Premio Nobel era infatti un'appassionata lettrice di Virgilio, il sommo poeta nato nell'antica Andes, oggi Pietole, frazione appunto del comune mantovano. In questo luogo Grazia Deledda, come anche altri famosi scrittori quali Carducci e Pascoli, è andata in pellegrinaggio tra il 1905 e il 1910 a rendere omaggio al grande poeta latino e “ ai giardini virgiliani“ come disse dopo la visita.
Le sue opere e le liriche sono state giudicate dai critici e da alcuni colleghi nella corrente tra il verismo e il decadentismo oltre che nella letteratura sarda, come ricorda la motivazione per l'assegnazione del Premio Nobel "..per la potenza di scrittrice, sostenuta da alto ideale, che ritrae.. la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano".
Nei versi e prose giovanili c’è una poesia che identifica la sua cifra culturale dal titolo Noi Siamo Sardi:
Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi
romani, arabi, pisani ,bizantini, piemontesi.
Siamo le finestre d’oro giallo che spiovono
Sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia,
il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina,
del vento, dell’immensità del cuore.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole
e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.
Di ispirazione bucolica è invece la poesia Cade una foglia, che riporta l'autrice ai temi virgiliani:
Cade una foglia che pare
tinta di sole, che nel cadere
ha l'iridescenza di una farfalla;
ma appena giunta a terra
si confonde con l'ombra, già morta.
La grandezza universale della scrittrice si evince dai numerosi luoghi che vengono ovunque intitolati con il suo nome e vi è pure una enorme bibliografia contemporanea che ricorda e tratta le sue opere.
Particolarmente interessante è la testimonianza che arriva da un mondo e da una civiltà tanto lontani da quella occidentale: Bourama, giovane arrivato in Italia su un barcone dalla Repubblica del Mali, ha sempre studiato fin da giovane nel suo paese sia Virgilio sia Grazia Deledda, a testimonianza che la fama dei due letterati è arrivata oltre i confini dei "civili" confini europei.
Graziano Mangoni