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Quasi d'aprile (Presagi petrarcheschi)

Quasi d'aprile (Presagi petrarcheschi)

Iniziamo una nuova rubrica curata dalla prof.ssa Francesca Favaro che ci accompagna nella "lettura scritta" del Canzoniere di Petrarca.

22 Marzo 2021

Siamo ancora in inverno (14 marzo 2021, ndr), sostiene il calendario, ma non è così facile crederlo, mentre un velo d’azzurro – miriadi di minuscoli fiori – riveste l’erba e i rami degli alberi s’incurvano leggeri, sagomati in petali e foglioline nuovi, ad assecondare l’aria, vibrante in un anticipo di primavera. Marzo però è mutevole, si sa, e il rischio di piovaschi e tardive nevi resta; tuttavia, il pensiero corre, irresistibilmente, al prossimo aprile, la cui dolcezza inquieta già vuole affermarsi, imprimendo sui profili euganei la sua ombra fiorita…

 …sfumata, in una sorta di presagio petrarchesco, di petrarchesche memorie. 

 È infatti ad Arquà, nei pressi di Padova, che Francesco Petrarca riposa. La morte lo colse appena prima dei suoi settant’anni (nato il 20 luglio dell’anno 1304, si spense tra il 18 e il 19 luglio 1374) nella dimora che, donatagli dai Carraresi, rappresentò per lui l’ultimo rifugio. Allo stesso modo, le linee ondulate dei nostri colli furono per il poeta l’ultimo confine con il cielo, l’ultimo orizzonte verso cui proiettare preghiere, pensieri, sogni. Tra questi, seppur soverchiato dalla contrizione del cristiano ormai consapevole, di certo non impallidì mai il ricordo di Laura, la donna amata, intravista per la prima volta ad Avignone in un memorabile 6 aprile dell’anno 1327. 

 Quando la primavera si fa strada nei giorni euganei, insinuandosi precocemente nella natura e nel cuore, chi sia solito frequentare l’opera di Petrarca e abbia la ventura di abitare qui inizia dunque quasi a sentire, tutt’intorno a sé, gli echi di quel meraviglioso, tremendo amore. Ciò che i Rerum Vulgarium Fragmenta distillano in endecasillabi tersi e levigati sembra risillabare se stesso anche nei brividi dell’aria, nei sussurri – minimi – del vento e delle foglie. 

 I componimenti della raccolta, comunemente nota come Canzoniere, sono 366. Non tutti sono dedicati a Laura, in verità, ma il disegno complessivo dell’opera, unito al numero, scandisce i giorni di un anno (bisestile) che in un certo modo torna e si chiude su di sé, nel sigillo di aprile. Il poeta incontrò Laura il 6 aprile 1327, ed ella morì alla vita del mondo, secondo la sincronia che egli ci riferisce, il 6 aprile 1348. 

Amore e morte si uniscono nel nome di lei e nel – simbolico e reale insieme – mese di primavera da cui tutto iniziò… senza avere fine. 

 È dunque – né potremmo pensare altrimenti – sempre e soltanto aprile. Per Petrarca, per chi lo ami e lo legga. 

Il tempo corre e scivola, quasi si attorciglia su se stesso, nuvole sottili si disfanno nella luce e tutto passa e tutto resta… mentre noi sfogliamo le pagine e ripetiamo i versi di un libro tanto antico e tanto nostro.

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