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nel parco Pier Paolo Pasolini

Gli Scenari

"Da luogo di morte e di degrado ad esempio di recupero ambientale, il sito dove venne realizzato dallo scultore Mario Rosati il monumento a ricordo del tragico evento che spezzò la vita di Pasolini, si trova in mezzo ad un territorio ampio e ricco di contraddizioni. Proprio quell’opera che negli anni divenne il simbolo di un’area, lasciata nel più completo abbandono, tra baracche, discariche abusive ed animali al pascolo, è oggi al centro di una incredibile Oasi naturale protetta." (vedi http://www.parchiletterari.com/parchi/pasolini/info_prenotazioni.php )

 

Introduzione all’ambiente naturale, storico ed artistico del comprensorio lidense

L’ambiente naturale del comprensorio lidense è caratterizzato da una serie di aree verdi (zone golenali del Tevere, Valle di Malafede, tenuta Presidenziale di Castel Porziano e di Capocotta, Pineta di Castel Fusano, Pineta di Procoio-Aldobrandini e Pineta delle Acque Rosse), che circondano i vari insediamenti abitativi (Lido di Ostia-Ostia Antica-Acilia-Casal Palocco) sparsi nel territorio, con una popolazione stanziale complessiva che sfiora le 300.000 unità.
Dal punto di vista morfologico ci troviamo in presenza di una zona per lo più pianeggiante, (ad esclusione delle prime alture in direzione Roma), solcata da numerosi canali di bonifica e da diversi fossi.
Originariamente occupato da un’immensa palude, in seguito ai diversi interventi di bonifica succedutisi a partire dalla fine del 1800 (al fine di debellare la malaria e rendere abitabile l’area) Ostia ed il suo entroterra hanno perso in tal modo ampie zone umide, mentre la costruzione di strade e stabilimenti balneari lungo la costa ha cancellato parte dello straordinario ambiente dunare costiero, che però, fortunatamente, risulta ancora presente per diversi chilometri nella zona di Castelporziano e Capocotta, con un sistema dunare tra i più importanti dell’intera penisola italiana.
A ciò, va inoltre aggiunto un abusivismo edilizio piuttosto aggressivo (per lo più confinato nell’entroterra), che ha distrutto decine e decine di ettari di territorio, per lo più sottraendolo all’originaria vocazione agricola, tuttora ancora presente soprattutto nella zona di Ostia Antica, Dragona ed Acilia, in particolare nelle aree adiacenti il corso del fiume Tevere.

Nonostante il suddetto forte impatto antropico, il patrimonio ambientale lidense rappresenta ancora una straordinaria ricchezza naturalistica, ancor più sorprendente se consideriamo che ci troviamo a pochi chilometri dalla caotica metropoli capitolina.
Sfuggite a decenni di aggressioni umane, queste migliaia di ettari di natura (insieme ad aree archeologiche uniche al mondo), dopo anni di battaglie, hanno finalmente ricevuto la meritata tutela, con l’istituzione della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, che, partendo dalle dune di Capocotta, oltrepassa il corso del fiume Tevere, arrivando a comprendere anche le zone naturalistiche più importanti del Comune di Fiumicino, per un totale di circa 18.000 ettari di area protetta (cui vanno sommati i 6.000 ettari della Tenuta di Castelporziano).

Per quanto concerne l’ambiente naturale del territorio lidense, bisogna innanzitutto rilevare che ci troviamo in presenza di un habitat tipicamente mediterraneo, con una successione che (nelle poche aree rimaste integre), partendo dalla linea di costa, presenta suggestivi cordoni dunari paralleli all’arenile, comprendenti diverse fasce di macchia mediterranea, per proseguire poi con delle fasce interdunali, in cui è possibile la formazione di piccole raccolte d’acqua chiamate “piscine” (sempre più rare), dalla tipica vegetazione composta da farnia, farnetto, cerro, olmo, pioppo bianco e frassino, testimonianza dei vasti boschi allagati che, prima della bonifica, coprivano le pianure paludose di questo tratto di litorale tirrenico.

Leccio, lentisco, fillirea, erica e ginepro costituiscono (insieme ai pini domestici introdotti dall’uomo) le specie vegetali più diffuse nella pineta di Castelfusano, naturale continuazione di quella che era la successione degli ambienti dal mare verso l’entroterra, ed in quella di Procoio, adiacente all’abitato di Ostia, importante soprattutto per la relativa abbondanza di una specie rara come la sughera, qui associata al leccio a formare un bosco dal grande valore naturalistico.

Un discorso a parte merita senz’altro la tenuta presidenziale di Castelporziano, estesa per circa 6.000 ettari, che rappresenta uno degli ambienti naturali meglio conservati e dalla maggiore biodiversità del nostro Paese. Chiusa al pubblico (in quanto di proprietà del Presidente della Repubblica) e per questo non sottoposta alla distruttiva invasione dei gitanti della domenica, tale zona presenta una straordinaria varietà di ambienti naturali mediterranei, comprendendo boschi di querce caducifoglie (quali farnia e farnetto), sugherete, pinete, piscine dalla tipica vegetazione igrofila (simili a quelle presenti nel parco nazionale del Circeo), dune costiere e vaste praterie che si aprono all’improvviso all’interno del bosco, il tutto popolato da una fauna davvero eccezionale (cinghiale, daino, capriolo, cervo tra i mammiferi, la più grande colonia laziale di nibbio bruno tra gli uccelli).

Contiguo a Castelporziano è il Parco di Castelfusano, esteso per circa 1000 ettari, completamente aperto al pubblico e quindi sottoposto ad una maggiore pressione antropica, ma che presenta comunque notevoli spunti d’interesse legati sempre all’ambiente mediterraneo, quali, ad esempio, alcuni splendidi esemplari di farnie plurisecolari, relitto dell’antico bosco igrofilo. I pini domestici, impiantati soprattutto a partire dall‘800, uniti al sottobosco di macchia mediterranea ed all’originario bosco di leccio, regalano al visitatore un ambiente naturale altamente suggestivo anche dal punto di vista paesaggistico, peraltro arricchito da importanti perle dell’antichità quali la Villa di Plinio (in realtà, probabilmente, appartenuta all’oratore Ortensio) ed il tracciato della Via Severiana, che univa l’antica Porto ai Monti Lepini.

Dal punto di vista ornitologico, non sarà difficile per il visitatore riconoscere la chiassosa e simpatica ghiandaia, il piccolo picchio muratore, il “rumoroso” picchio rosso maggiore, così come, lungo il corso del Canale dei Pescatori, che delimita il confine nord del Parco di Castelfusano, incontrare le candide ed eleganti garzette e le curiose gallinelle d’acqua, qui presenti con una colonia molto numerosa. La Pineta di Castelfusano è purtroppo stata, alcuni anni fa, teatro di un drammatico incendio, che ha distrutto decine e decine di ettari di preziosa vegetazione. Il Comune di Roma si sta oggi adoperando affinché la zona interessata possa presto recuperare le sue caratteristiche di naturalità.
Considerate insieme, la tenuta di Castelporziano, la pineta di Castelfusano e le pinete “urbane” di Ostia, costituiscono un complesso di macchia mediterranea e di pinete di quasi 8000 ettari, uno dei più estesi dell’intero bacino mediterraneo, che ha eguali nel nostro paese forse soltanto nel Parco della Tenuta di S.Rossore in Toscana.
Lasciando da parte per un attimo l’ambiente terrestre, elemento caratteristico di Ostia è senz’altro il suo mare, per decenni bistrattato e dimenticato e che ora, anche grazie ad una maggiore efficienza dei sistemi di depurazione, gode invece di migliore salute, divenendo un buon biglietto da visita per i turisti, unitamente ad una migliorata offerta turistico-ricettiva e di attività culturali. La spiaggia di Ostia, al contrario, patisce il pesante problema dell’erosione. Tale costante arretramento della costa è causato dalle dighe installate dall’ENEL lungo il corso del fiume, che impediscono al Tevere di “ripascere” in maniera naturale la spiaggia lidense, bloccando il suo apporto di sabbia. Per ovviare a tale problema, si ricorre quindi alla tecnica del ripascimento, ovvero il rifornimento artificiale di sabbia ad intervalli regolari. La tecnica del ripascimento morbido, sperimentata negli ultimi tempi, appare quella a minor impatto ambientale, anche se sarebbe senz’altro auspicabile risolvere il problema alla radice, ripristinando il ripascimento naturale che il Tevere compieva fino a qualche decennio fa.

Ed è proprio il fiume Tevere un altro degli elementi caratteristici di questo territorio.
Il corso del fiume, nel territorio lidense, presenta, infatti, ancora un aspetto piuttosto naturale, in particolare nel tratto di Ostia antica, dove, lungo le rive, sono presenti residui di boscaglia meso-igrofila tipica delle sponde fluviali, con esemplari di salice bianco, pioppo bianco ed olmo campestre, contornati da una bella campagna, con i caratteristici casali contadini, in parte trasformati in signorili ville.
Gli argini rialzati, peraltro, sono il percorso ideale per rilassanti passeggiate a piedi o in bicicletta, praticamente in ogni stagione dell’anno, consentendo anche di praticare il birdwatching, in una zona frequentata da cormorani, aironi cenerini, germani reali, folaghe e, di passo, anche da specie rare come il falco pescatore.

 

NELLE VICINANZE DEL CENTRO HABITAT MEDITERRANEO, SEDE DE I PARCHI LETTERARI PIER PAOLO PASOLINI
Il comprensorio del Litorale Romano costituisce senz’altro una delle aree archeologiche più importanti al mondo, con città, insediamenti e reperti di grandissimo interesse, legati soprattutto alla civiltà romana, che proprio in questi territori realizzò alcune delle sue opere più straordinarie. Completa l’offerta turistica, naturalmente, il Lido di Ostia, con strutture turistiche e ricettive che non hanno nulla da invidiare alle più rinomate località rivierasche, in un contesto storico-naturalistico davvero suggestivo.

 

SCAVI DI OSTIA ANTICA
All’interno della Riserva Naturale del Litorale Romano troviamo anche i famosi Scavi di Ostia Antica. Per avere un’idea della ricchezza di questi scavi, basterà considerare che, malgrado le spoliazioni subite, ad Ostia antica si possono ancora identificare 19 terme, 22 domus, 66 insulae inserite in 162 caseggiati, 2 molini, 18 mitrei, 3 lavanderie-tintorie, 1 teatro e inoltre magazzini, edifici pubblici e privati, templi e fori. Per quanto concerne la cronologia di questa città, secondo la leggenda, Ostia venne fondata da Anco Marzio, IV Re di Roma, nel lontano VI secolo a.C.
A partire da quella data, la città continuò ininterrottamente il suo sviluppo edilizio, sino al V secolo d.C., quando ebbe inizio la decadenza dell’impero romano.
Nella storia di Roma, Ostia fu un Porto strategico, approdo per le navi onerarie e da guerra, nonché uno sviluppato e vivace emporio, che accoglieva commercianti da tutto il mondo.

A partire dal VII secolo, la città cominciò ad essere sottoposta ad una serie di saccheggi, tanto che dal IX secolo divenne una sorta di cava dove era possibile prelevare gratuitamente pregiati materiali edilizi. Proprio in virtù di tale “disponibilità”, la vicina cittadella fortificata di Gregoriopoli (IX sec.), la rocca di Ostia (1483) e persino il duomo di Pisa (XI sec.) e quello di Orvieto (XIV sec.) vennero parzialmente realizzati con materiali sottratti agli scavi di Ostia. Queste “predazioni” vennero formalmente vietate soltanto nel 1801, grazie all’intervento di Papa Pio VII, che diede anche inizio ai primi, limitati, scavi regolari. Da allora diverse sono state le campagne di scavo compiute nel territorio dell’antica Ostia, ma, considerata la vastità e l’importanza della città, queste operazioni non potranno mai dirsi definitivamente concluse, laddove sotto ogni metro quadro di terreno del Litorale, probabilmente si nascondono reperti e testimonianze della magnifica civiltà romana.
Una visita, quindi, assolutamente da non perdere, soprattutto perché ci permetterà di ammirare bellezze architettoniche uniche, inserite in un contesto naturale davvero suggestivo, con gli immancabili pini domestici a fare da contorno.
Segnaliamo inoltre che alll’interno degli scavi è possibile visitare l’interessantissimo “Museo Archeologico Ostiense”, recentemente restaurato che conserva un’importante collezione di reperti rinvenuti nell’area. D’estate poi il suggestivo teatro romano viene utilizzato per rappresentazioni e concerti d’alto livello, che allietano le serate di Lidensi e turisti, in uno scenario dall’incomparabile bellezza.

 

LA ROCCA DI GIULIO II ED IL BORGO DI OSTIA ANTICA
A pochi metri dagli Scavi di Ostia Antica, troviamo il bellissimo borgo medievale, con strutture realizzate in diversi periodi, tra le quali spiccano senz’altro l’imponente Castello di Giulio II, la chiesa di S.Aurea e l’adiacente Palazzo Vescovile, il tutto all’interno di un caratteristico borgo circondato da una cinta muraria. Questo complesso, per la sua bellezza ed importanza, è stato inserito dall’UNESCO nell’elenco dei luoghi da salvare ed è stato utilizzato più volte come set cinematografico per film e video.
Recentemente, all’interno del Castello, è stata inaugurata una mostra permanente di ceramiche tardomedievali e rinascimentali, che ne fanno uno dei centri espositivi del genere più importanti del centro Italia.

 

LA VIA SEVERIANA
Situata in una zona ricchissima di Ville patrizie, che, per la loro posizione, immersa nel verde ed a pochi passi dal mare, costituivano il luogo ideale per la villeggiatura dei Romani benestanti, la Via Severiana fu realizzata per volere di Settimio Severo tra il 198 ed il 209 d.C. Scopo di quest’opera era collegare tra loro le Ville presenti nella zona e le diverse città costiere (Ostia, Anzio, Terracina). Quest’antica via romana si estendeva infatti da Porto fino a Terracina, permettendo, tra l’altro, anche il trasporto della calce dai Monti Lepini. La realizzazione della Via Severiana è da molti considerata come un vero e proprio capolavoro di ingegneria, tenuto conto delle difficoltà tecniche presentate dall’ambiente paludoso che la strada doveva attraversare. Con il crollo dell’Impero Romano la strada non subì più i necessari lavori di manutenzione; ciò nonostante venne utilizzata ancora per i pur scarsi traffici durante il Medioevo, laddove la percorse con ammirazione anche il cronista Ruggero de Hoveden, giunto sul Litorale al seguito di Riccardo Cuor di Leone, in viaggio per la Terra Santa sul finire del XII secolo. Tuttavia, a metà del ‘700 il marchese Sacchetti, proprietario all’epoca della Tenuta di Castelfusano, utilizzò i basoli della via per realizzare una strada di collegamento tra il proprio castello (attuale castello Chigi) ed il mare. Soltanto all’inizio di questo secolo si pose rimedio a tale scempio, ricollocando i basoli lungo l’originario tracciato della Via Severiana.
Lungo tutto il Litorale numerose sono le Ville romane ancora da scoprire o ricoperte dalla vegetazione; alcune di esse si trovano all’interno della Tenuta presidenziale e per tale ragioni non sono aperte al pubblico. Tra le dimore patrizie situate al di fuori della Tenuta, quella che al momento si presenta nelle migliori condizioni (poiché sottoposta a numerosi lavori di scavazione e restauro, ancora in corso), benchè scarsamente sorvegliata, è senz’altro la Villa di Plinio. Situata nel Parco di Castelfusano, a pochi metri dalla Via Severiana, questa villa è stata per anni attribuita a Plinio il Giovane, mentre dagli ultimi studi sembra che la vera Villa di Plinio si trovi qualche chilometro più a sud, all’interno della Tenuta Presidenziale di Castelporziano.
Proprietario di quest’altra Villa sarebbe invece stato Ortensio (114-50 a.C.), famoso oratore romano, nonché ammiraglio che combatté contro i Macedoni.
La Villa è anche chiamata “Villa della Palombara”, laddove nell’800 numerosi cacciatori usavano appostarsi sotto il grande leccio presente nel giardino, per sparare alle “palombe” posate sulla pianta. Al giorno d’oggi, fortunatamente l’intera area è interdetta all’attività venatoria.
Il complesso è suddiviso in più parti, ciascuna adibita ad una diversa funzione: giardino con fontana, racchiuso da un quadriportico, sala da pranzo (triclinio), area termale (con un bellissimo mosaico raffigurante il Dio Nettuno), magazzini, “zona notte” ed una probabile cisterna. Il tutto in un contesto ambientale davvero suggestivo.

 

IL COMPLESSO DEI BACINI DI CLAUDIO E TRAIANO (nel Comune di FIUMICINO)
La storica decisione di Claudio di sostituire il vetusto attracco fluviale di Anco Marzio con una struttura più moderna e funzionale (anche se poi si rivelò tale solo per un breve periodo), venne presa dall’Imperatore romano dopo che dovette attendere per ben dodici ore prima che la sua imbarcazione potesse imboccare il porto, a causa del moto contrario delle acque della foce del Tevere.
A seguito dell’insabbiamento della nuova struttura, Traiano ordinò la costruzione di un nuovo bacino, di forma esagonale, scavato sulla terraferma nelle vicinanze del Porto di Claudio e collegato al mare attraverso un canale. Oggi, nel raggio di pochi chilometri, situato tra Ostia e Fiumicino, possiamo quindi trovare un patrimonio storico-archeologico davvero notevole, con la Necropoli (uno dei cimiteri romani più grandiosi e meglio conservato al mondo), l’antica città di Portus lungo le sponde del Porto di Traiano (estremamente importante anche dal punto di vista ornitologico), il Castello ed il Museo delle Navi Romane.

 

LIBERTY E RAZIONALISMO
Dal 1916 al 1940 Ostia divenne un luogo di sperimentazione per molti architetti che adattarono la propria opera alle diverse tendenze artistiche: dal neoclassicismo, al liberty, dal razionalismo, al modernismo. A Ostia lavorarono i maggiori esponenti dell’architettura italiana della prima metà del Novecento, come Adalberto Libera, massimo esponente del razionalismo italiano. Le prime strutture a cui si dedicarono questi architetti furono gli stabilimenti balneari, non solo il Roma di Milani, che rappresentava un caso unico al mondo, ma anche il Caio Duilio oggi Il Capanno, di Moretti in stile modernista e il Rex di Enrico Del Debbio di stile modernista con ascendenza razionalista.

Gli esempi più significativi dell’estro artistico di questi architetti vanno soprattutto cercati in alcuni villini dove mise mano Adalberto Libera: a Ostia progettò l’impianto dei villini della “Società Immobiliare Tirrena” sul lungomare Caio Duilio, realizzando la costruzione di quattro villini, dove è possibile notare le rigorose simmetrie e il carattere razionalista delle opere.

 

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