Home Mission Parchi Viaggi Eventi Multimedia Contatti
Il Magazine I Numeri Catgorie Almanacco Contatti
Menu
Categorie
IntervisteLibri ApertiAmbiente e TerritorioPaesaggi SonoriCucina LetterariaStorie in Cammino

Incontro ravvicinato con un premio Nobel, José Saramago

18 Marzo 2021
Incontro ravvicinato con un premio Nobel, José Saramago
«La voce che ha letto queste pagine ha voluto essere l’eco delle voci congiunte dei miei personaggi. A ben dire, non ho altra voce se non quella che hanno avuto loro. Perdonatemi se vi è parso poco questo che per me è tutto»

Così José Saramago concludeva il suo discorso ufficiale in occasione del conferimento del Nobel per la Letteratura 1998. Io avevo appena terminato la lettura del suo romanzo Tutti i nomi. Era l’incontro di due fatti straordinari, la lettura di quel libro in particolare e la vittoria assegnata al primo autore portoghese nella storia del premio. Una tale coincidenza orientò le mie scelte, continuai a leggere Saramago. Poi gli scrissi una lettera. Non era una lettera convenzionale di ossequio, riguardava piuttosto il senso di alcuni suoi personaggi emblematici che si muovevano in una struttura narrativa per niente semplice, soprattutto per la forma e per l’uso molto personale della punteggiatura.

Il primo libro che lessi, Una terra chiamata Alentejo (Levantado do chão) non fu di agevole impatto: una storia amara di braccianti agricoli (la famiglia Mau-Tempo che già nel nome si portava la sua sciagura) ma di tale vigore che sembrava uscire dai solchi dell’aratro impressi su una terra iniziale, quella che Saramago conosceva più di tutte, l’Alentejo appunto, che fu per lui la terra dell’infanzia e delle insostituibili scoperte che la saggezza di un nonno analfabeta gli offriva nel raccontargli la vita e i sogni.

In quella lettera, inoltre, elogiavo la sua traduttrice italiana. Spesso non si pensa che parte del successo di un autore è anche merito dei traduttori, di chi trasporta il fraseggio di un testo nella lingua altrui. Sì, perché, come sostiene lo scrittore Fabio Stassi «i traduttori sono dei musicisti, come l’interprete che si accosta a uno spartito già scritto ma a cui manca lingua, timbro, intonazione e tocco».

Non ebbi alcuna risposta a quella missiva che mi sembrava così ben congegnata. Nel marzo del 2003 Saramago partecipò ad un Convegno presso l’Università di Roma Tre (dove poi gli è stata intitolata una cattedra). Andai anch’io. Lo avvicinai per dirgli naturalmente il mio piacere di incontrarlo ma soprattutto per consegnargli, nel dubbio che non gli fosse giunta, copia della mia lettera. Era alto e magro, la sua figura tendeva ad incurvarsi come il viso a scavarsi, lo sguardo traspariva malinconico dalle grandi lenti dei suoi occhiali. Non mi disse nulla, solo alla fine del mio discorsetto, che fu brevissimo data la fila di ammiratori in attesa, mormorò un grazie e mi firmò, con una calligrafia ariosa che mi sorprese da un uomo in apparenza così chiuso, il suo Ensaio sobre a Cegueira (Cecità) che avevo avuto la pretesa di leggere in lingua originale con grande difficoltà e che, in quell’occasione, avevo portato con me.

Ho continuato a leggere i suoi libri, sempre più stupita del suo orizzonte creativo che si era espanso fino ad impossessarsi di Ricardo Reis, eteronimo di Pessoa, per concludergli la vita in quel romanzo di grande spessore che è L’anno della morte di Ricardo Reis. L’anno è il 1936 e l’incipit del libro - memorabile - è già una premessa di morte, quasi che il personaggio, tornando in Portogallo per sbarcare a Lisbona da una nave scura che risaliva un fiume limaccioso di fango, vi fosse traghettato da Caronte stesso.

Saramago
si era scelto un esilio nell’isola vulcanica di Lanzarote, attorniato da paesaggi lunari nei quali poteva affondare gli occhi e la mente, perché del paesaggio egli fece quasi una categoria dello spirito: «Quanto paesaggio, un uomo vi può girovagare tutta una vita e non trovarsi mai, se è nato smarrito» così si esprimeva rivolto alle immense pianure dell’Alentejo.

Ma perché mai gli scrissi? E poi, perché dovevo aspettarmi una risposta? In fondo, quella lettera era una riflessione, un soliloquio. Era soprattutto un plauso recondito alle mie scelte di lettrice, attirata fatalmente là dove «il personaggio fu maestro e l’autore il suo apprendista».

Riproduzione riservata © Copyright I Parchi Letterari


Torna indietro

Potrebbe interessarti anche

Pinocchio di Madè. Un naso lungo … Centoquaranta anni!

Ci sono libri che hanno la capacità di superare il tempo e riproporsi, con contenuti sempre attuali, alla sensibilità di diverse generazioni di lettori: il Pinocchio di Collodi è sicuramente uno di questi.

L’anello del vescovo e la battaglia di Campaldino

“Il castello di Poppi gli apparve da lontano, alto sulla piana dell’Arno, sentinella sul fiume e sulla via di Bibbiena". L'11 giugno 1289 l’oste guelfa da Firenze e i ghibellini di Arezzo avrebbero impugnato le armi nella piana di Campaldino

Una vitale incertezza

Quest’anno al mare ho letto un libro diverso dalle letture che riservo per la settimana di vacanze. L’ho scelto non tanto per il titolo - L’esercizio della filosofia – quanto per il sottotitolo: Per una vitale incertezza. Attualissimo, dunque.

Il “Teatro del Corvo” e il libro di Erin Shields. Here We are (Eccoci – Siamo qui)

Here We Are, è un libro ambientato in un teatro, che si legge, legge sè stesso, mentre il lettore di oggi rivive e quello di domani rivivrà le esperienze che tutti noi abbiamo vissuto..nel “vostro angolo di questo mondo insano, impazzito, al momento"

Il Carnevale di Aliano (Matera)

Tra i misteri racchiusi all’interno del Parco Letterario Carlo Levi di Aliano emerge quello delle maschere cornute. Di Lodovico Alessandri

Ernst Bernhard: Einzelgänger poliedrico, 'influencer' ante litteram. Un'istantanea

Ernst Bernhard introdusse la psicologia junghiana in Italia dandole un'impronta profondamente personale e contribuì in modo determinante alla sprovincializzazione del Paese. Oggi un ricco archivio è a disposizione degli studiosi.
I Parchi Letterari®, Parco Letterario®, Paesaggio Culturale Italiano® e gli altri marchi ad essi collegati, sono registrati in Italia, in ambito comunitario ed a livello internazionale - Privacy Policy
Creazione Siti WebDimension®