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EMPAAKO. Il mio viaggio inaspettato

EMPAAKO. Il mio viaggio inaspettato

Empaako, è un nome/onomastico, usato per mostrare affetto, rispetto e stima e utilizzando per consolidare i legami sociali fra i popoli Banyoro, Batooro. Casentino e Uganda: un viaggio fra i 12 Empaako

06 Luglio 2021

ParkTime n. 15

Inizia con questo numero di ParktimeMagazine il primo articolo dedicato alle analogie tra Casentino e Uganda  attraverso un viaggio fra i 12 Empaako.

EMPAAKO. Il mio viaggio inaspettato 

 L’Empaako, patrimonio culturale dell’umanità, ha dato anima alla mia avventura a cavallo fra due mondi, due culture apparentemente agli antipodi, ma in realtà profondamente simili. 
 Il mio Empaako è Akiiki. Mi rivedo come una piccola bambina africana che il destino ha catapultato da un piccolo villaggio Mparo, all’età di 9 anni, nell’Italia di quasi 50 anni fa. 
 La travolgente natura dell’amato Casentino, con gli alberi di castagno, faggi e querce secolari, mi ha dato la stessa pace e sensazione di rifugio che provavo sotto gli alberi di mango nel giardino di mia nonna in Uganda

 Sono Josephine Asiimwe Leone ho 57 anni vorrei raccontare me stessa attraverso l’Empaako, nome/onomastico, usato per mostrare affetto, rispetto e stima e utilizzando per consolidare i legami sociali fra i popoli Banyoro, Batooro, ecc... 

 Questo è stato un punto di riferimento nella mia vita. 

 Arrivata in Italia mi sono trovata in un paese meraviglioso, ricco di cultura, storia ed arte , reso ancora più speciale dal fatto di vivere nel centro di Firenze in Via Ghibellina con la scuola elementare con il giardino accanto alla chiesa di Santa Croce. 

 La custodia delle tradizioni e l’orgoglio per le mie origini è stata costante.

Dopo essermi sposata in Italia nel 1996, due anni dopo sono andata in Uganda, per presentare mio marito Massimo e la figlia Ivana ai miei parenti.

L’accoglienza è stata festosa, accompagnata da una cerimonia d’introduzione della mia famiglia non solo ai parenti, ma anche a tutta la comunità locale. Mi hanno vestita con abiti tradizionali, hanno cucinato cibi locali, ci sono stati balli, canti e racconti tramandati dagli anziani che rievocavano storie e proverbi africani. La sorpresa più bella e veramente inaspettata è stata quando i parenti si sono riuniti presieduti dal capo clan e hanno indicato l’EmpaakoAmooti” a mio marito, e “Abwooli” per la primogenita e ci hanno augurato una vita serena, piena di soddisfazioni. 

 Mi sono resa conto di appartenere ad una comunità. Il mio lavoro di medico, specialmente durante questi mesi di pandemia Covid-19 ,insieme alle dolorose vicende personali, mi ha fatta riflettere su quanto sia stata fortunata a vivere intensamente fra due mondi lontani, anzi lontanissimi: la calda terra africana e la coinvolgente bellezza della Toscana. 

 Vorrei raccontare le analogie fra questi due luoghi attraverso un viaggio fra i 12 Empaako.

Josephine Asiimwe Leone 

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