La nascita dei Parchi Letterari
I Parchi Letterari, come molti sanno, videro la luce per una geniale intuizione che Stanislao Nievo ebbe alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, quando avvertì il bisogno di preservare il castello friulano di Colloredo di Montalbano. A ciò fu indotto dal fatto che lì il suo grande avo Ippolito, intorno alla metà dell’Ottocento, aveva scritto il celebre romanzo le Confessioni di un Italiano, pubblicato postumo nel 1867 con il titolo originario Le confessioni di un ottuagenario e ancora oggi considerato un capolavoro della letteratura risorgimentale.
Nati all’inizio del nuovo millennio con il supporto dell’Unione Europea, i Parchi ideati da Nievo mirano a valorizzare tramite la letteratura le risorse storiche e paesaggistiche dei territori, offrendo una lettura originale non solo della geografia dei luoghi celebrati e resi famosi da capolavori letterari, ma anche della loro storia e delle loro tradizioni, che purtroppo in molti casi sono rimaste sconosciute o, comunque, sono state dimenticate o sottovalutate.
In Italia di Parchi Letterari se ne contano al momento trentatré e sono intitolati a letterati, scrittori e poeti che hanno segnato la storia delle patrie lettere, quali, ad esempio, Virgilio, Petrarca, De Sanctis, Croce, Deledda, Pasolini, Jovine. Negli ultimi anni ne sono stati istituiti anche in Norvegia, Cuba e Stati Uniti, grazie alla indefessa e meritoria attività di Stanislao de Marsanich. Questi, divenuto Presidente dopo la scomparsa nel 2006 del suo omonimo fondatore, è riuscito a creare una vasta rete associativa molto funzionale, basata sulla idea che il prezioso patrimonio materiale, immateriale e paesaggistico meriti sempre di essere tutelato e valorizzato a beneficio di tutti, a partire evidentemente dai residenti nei paesi direttamente interessati. Dei trentatré Parchi sorti sul territorio nazionale ben sei operano nella piccola Lucania-Basilicata, che rivela così di disporre fra le sue tante risorse anche di sorprendenti e preziosi “giacimenti letterari”. I Parchi lucani sono dedicati alla memoria di Carlo Levi ad Aliano, Isabella Morra a Valsinni, Francesco Lomonaco a Montalbano Jonico, Albino Pierro a Tursi, Mario Pagano a Brienza e, ultimo in ordine di tempo, Michele Parrella a Laurenzana.
Parco Letterario “Carlo Levi” di Aliano
Il Parco Carlo Levi fu istituito nel 1999 e ha operato sempre di concerto con l’Amministrazione Comunale di Aliano con apprezzabili risultati. Superando non poche difficoltà, derivanti perlopiù dalla esiguità delle risorse finanziarie, già sotto la direzione di Luigi Delorenzo si rese protagonista di importanti iniziative socio-culturali, che contribuirono a far maturare la consapevolezza delle occasioni di sviluppo, anche economico, che possono scaturire da una intelligente gestione del patrimonio letterario.
A tale proposito, poi, va sottolineato il meritorio impegno a favore del Parco Levi di Antonio Colaiacovo, prima come sindaco e poi come presidente, che negli ultimi tre lustri ha assunto concrete iniziative mirate a coinvolgere i giovani studenti delle scuole del territorio regionale e nazionale attraverso corsi di scrittura creativa e concorsi letterari e grafici di notevole valenza pedagogica, cui hanno aderito licei di molte città italiane.
Di non minore utilità, inoltre, si sono rivelati il patrocinio e, in alcuni casi, l’impegno diretto del Parco per la pubblicazione di opere di poesia, narrativa e saggistica, che sono servite a esplorare e a far conoscere il mondo leviano, diffondendo il messaggio letterario, artistico, politico e civile dell’autore del Cristo si è fermato a Eboli. Né è senza significato che alcune opere edite dal Parco Levi abbiano meritato l’attenzione spontanea dei maggiori quotidiani nazionali.
A tale riguardo va menzionato l’enorme interesse suscitato dal libro Cronistoria di un confino. (1) Subito dopo la pubblicazione se ne occuparono i maggiori quotidiani italiani e, fra gli altri, ne scrissero Nello Ajello sulle pagine culturali del quotidiano la Repubblica e Giovanni Russo sulla terza pagina del Corriere della sera.
Il primo, in una lunga e articolata recensione sottolineava che il saggio è «una rete di carte d’archivio [che] avvolge, come un fitto promemoria, quel tratto di vita che lascerà un’impronta durevole nell’animo del confinato trentatreenne, ispirandogli, oltre a tanti disegni a penna e oli su tela, un celebre romanzo di testimonianza […] Emerge insomma dal volume [Cronistoria di un confino] quella vicenda che, trasfigurata dalla sua attitudine fantastica, varrà allo scrittore la qualifica di “torinese del Sud”». (2)
Giovanni Russo, dal suo canto, tiene a sottolineare in un suo elzeviro che il saggio Cronistoria di un confino «approfondisce proprio il rapporto che Carlo Levi ha avuto con la Basilicata e con il Sud. È un contributo importante perché pubblica i documenti originali di quell’epoca insieme con un saggio dell’autore che è stato molto legato a un grande amico di Levi, Rocco Mazzarone. Leggendo le lettere che gli inviavano la sorella Luisa e la donna a cui era legato, Paola Levi Olivetti, e guardando i disegni e i quadri di quel periodo, si vede sotto una nuova luce il processo che portò Carlo Levi a scrivere il celebre romanzo Cristo si è fermato a Eboli e il ruolo che egli ha avuto nella battaglia per la libertà e la democrazia». (3)
Perseguendo, dunque, finalità di promozione sociale e culturale del territorio con il partenariato assiduo e convinto dell’Amministrazione Comunale, il Parco Letterario Carlo Levi ha instaurato rapporti di proficua cooperazione con le Associazioni Lucane presenti in gran parte delle città italiane e con prestigiose Istituzioni Culturali quali la Galleria degli Uffizi e la Dante Alighieri. Con queste ultime ha organizzato significative manifestazioni e convegni di studio ad Aliano, Roma, Torino, Firenze e Bologna.
Non va dimenticato, inoltre, che il Parco Levi ha contribuito a consolidare il Premio intitolato all’autore del Cristo si è fermato a Eboli, nato oltre un decennio prima in maniera estemporanea su iniziativa del Circolo Culturale Nicola Panevino, senza che avesse una precisa identità. In seguito alla nascita del Parco, il Premio assunse una definitiva connotazione letteraria, rivolgendo la sua attenzione al panorama della narrativa e della saggistica nazionale e proponendosi di valorizzare opere di autori lucani.
Merita di essere sottolineato, ancora, che in quegli anni divenne realtà ciò che sembrava potesse essere solo un bel sogno. Oltre al recupero della casa, che per alcuni mesi era stata abitata dall’artista torinese durante il confino, il Comune provvide ad acquisire e a restaurare alcuni palazzi storici, destinandoli ad attività socio-culturali. Palazzo De Franchi ora ospita la Pinacoteca e il Museo Storico Carlo Levi, Palazzo Scardaccione un Museo Fotografico, Palazzo Caporale un museo dedicato al pittore Paul Russotto, nato a New York da madre alianese e illustre esponente dell’espressionismo astratto americano.
Alla loro valorizzazione ha dato un notevole contributo il Parco Levi, creando le premesse e offrendo continue opportunità di uno sviluppo del turismo culturale, che nel tempo è cresciuto progressivamente, fino a consolidarsi in modo significativo. Rilevante è la percentuale di studenti provenienti dall’Italia e dall’estero. A spingerli è la curiosità di conoscere “il paese di Carlo Levi” o, come molti dicono, “il paese del Cristo”, reso immortale prima dal libro leviano e poi dall’omonimo film di Franco Rosi.
Quest’anno, infine, nella ricorrenza del XXV anniversario della sua istituzione il Parco Letterario Carlo Levi col supporto del Comune, avrà il privilegio di ospitare il Convegno Internazionale, organizzato per il prossimo mese di ottobre dal Centro di ricerca sul turismo letterario Tule. La III edizione, infatti, dopo i primi due Convegni all’Università per Stranieri di Perugia e all’Università dell’Algarve in Portogallo, si terrà ad Aliano sul tema “turismo letterario nei luoghi di confino, di esilio, di prigionia”. L’importante iniziativa, che coinvolgerà una decina di Università italiane e straniere, servirà a trattare un argomento di rilevante interesse storico e a riflettere sulla situazione generale della cultura italiana, che oggi pare attraversare un periodo di non poche difficoltà per molte e varie ragioni.
Angelo Colangelo
Immagine di copertina: Giulia la Santarcangiolese, Carlo Levi e il cane Barone davanti la Casa del confino di Levi ad Aliano. (Musei di Aliano)
[1] V. Angelo Colangelo, Cronistoria di un confino – L’esilio in Lucania di Carlo Levi raccontato attraverso i documenti, Scrittura & Scritture, Napoli, 2008
[2] N. Ajello, Carlo si è fermato a Eboli – Un torinese del Sud in esilio, ne La DOMENICA di Repubblica, 1 marzo 2009, pp. 40-41
[3] G. Russo, L’esilio creativo di Carlo Levi, Artista e combattente della libertà, in Corriere della sera del 23 aprile 2009, p. 43
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dal Cristo si è Fermato ad Eboli