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Fai vibrare il tuo diritto all’esistenza

09 Dicembre 2020
Fai vibrare il tuo diritto all’esistenza
Il nome del primo Chakra riflette il suo scopo ultimo: fornire i bisogni primari nella nostra vita, garantire il diritto di ogni essere vivente all’esistenza. Di Francesca Sandrini

Vorrei iniziare a parlare del primo Chakra partendo dalla fine, o meglio da una delle possibili conclusioni sull’argomento, fornendo semplici istruzioni per attivare in pratiche quotidiane e informali il primo centro energetico secondo la fisiologia yogica.

Scegli di indossare un indumento rosso, va bene uno qualsiasi, una sciarpa, un cappello, biancheria intima, anche quella che solitamente indossi per Capodanno.
Recati in un luogo dove puoi dedicarti ad attività legate alla terra: giardinaggio, lavorare l’orto, curare piante sul balcone o semplicemente affondare le mani nella terra durante una passeggiata nel verde.
Comincia a svolgere la tua attività con cura, gentilezza, attenzione e consapevolezza. 
Porta la concentrazione sulla terra, sulla forma della pianta che stai curando e in particolar modo alle radici. 
Chiudi gli occhi e prova a visualizzare te come una pianta.
Dove sono le tue radici? Come stanno? Forse hanno bisogno di maggior nutrimento? Sono profonde oppure no? Sono interrotte? Riesci a visualizzarle?
Concentrati sulla parte sommersa della pianta, non visibile, ma esistente. 
Affidati all’intuizione che anche il non visto dagli occhi può esistere. 
Medita sulle tue radici che non sono visibili, ma vivono sempre dentro di te, sono l’origine dalla quale sei sbocciato. 
Prova a svolgere l’ attività in silenzio accompagnandoti solo dal suono del respiro e poi lentamente quando ti senti pronto termina il lavoro, congedati dalla terra, dalla pianta e dalle sue radici.

Questa tecnica di meditazione informale è specifica per rinforzare e far vibrare il primo Chakra chiamato in sanscrito Muladharache significa radice (Mul “base” - adhara “sostegno”) 
Il nome riflette il suo scopo ultimo: fornire i bisogni primari nella nostra vita, garantire il diritto di ogni essere vivente all’esistenza.
Nel corpo fisico la sua casa è alla base della colonna vertebrale, nello specifico nel perineo, a metà strada tra l’ano e i genitali. Corrisponde alla sezione della spina dorsale detta coccige, oltre che al ganglio spinale coccigeo e alle ultime vertebre lombari da cui esce il ganglio.
Il primo Chakra è collegato alla parte solida del corpo, specialmente le ossa, la struttura scheletrica, le ghiandole surrenali el’intestino crasso.
L’elemento al quale è collegato è la terra e rappresenta le nostre radici, il radicamento, la stabilità, l’autoconservazione dell’esigenze primarie del nostro corpo come avere una casa dove trovare protezione, cibo per nutrirci, una situazione economica sufficiente per garantire le esigenze essenziali della vita.
Questo centro energetico ha la capacità di determinare le nostre reazioni tipiche dell’istinto di sopravvivenza nella quotidianità.
La buona salute di Muladhara funge da fondamento su cui poggiano tutti gli altri chakra.
Se il primo centro energetico non funziona, automaticamente anche gli altri non potranno essere in equilibrio.
Uno squilibrio energetico potrebbe manifestarsi con sindrome di stanchezza cronica o intestino irritabile, obesità o perdita di peso, artrite, problemi ai piedi, alle ginocchia o alle gambe, difficoltà di equilibrio, lombalgia o sciatica. Mentre a livello emotivo difficoltà ad accettare i cambiamenti, desiderio di mantenere tutto sotto controllo, incapacità a sviluppare immaginazione e iniziativa.

Se avverti un’energia spenta nel primo Chakra ci sono diverse tecniche formali e informali per rinforzarla, ad esempio praticando asana specifici come Tadasana (montagna) e Sukhasana (posizione semplice) o attraverso un’alimentazione ricca di proteine verdi, che sono molto importanti per il tessuto strutturale al quale è associato, e ortaggi a radice come barbabietole e ravanelli, ma prima di tutto è importante comprendere il diritto di essere qui, ora.

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