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San Filippo Neri

San Filippo Neri

Tursi (Mt), 25 e 26 maggio 2012. Il Parco Letterario® Albino Pierro partecipa alle celebrazioni in onore del Patrono San Filippo Neri

26 Maggio 2012
 
I Parchi Letterari® Albino Pierro

Tursi, 25 e 26 maggio

San Filippo Neri


Tursi, Rione San Filippo. In primo piano la Chiesa del Patrono, San Filippo. Dietro la Chiesa l'Oratorio dei Filippini. Al lato della facciata, il Palazzo del Barone Brancalasso e la Casa di Albino Pierro riconoscibile dal grande terrazzo

Festa Patronale

 di

 San Filippo Neri

  
La festa patronale si svolge in due giornate preceduta dalla Novena. I Parroci che si sono avvicendati negli anni passati celebrano la  Santa Messa tutte le sere, nella chiesa di San Filippo Neri. 

 Il 25 maggio, la vigilia, ha luogo la festa civile che si conclude la sera con l’esibizione di un gruppo di musica leggera in Piazza Maria SS. D’Anglona, adiacente al Municipio e alla Cattedrale dell’Annunziata (nella parte moderna e più spaziosa di Tursi). Lungo la centrale Via Roma si dispongono numerose bancarelle di ambulanti.

Il 26 maggio alle ore 11.00 viene celebrata la Santa Messa dal Vescovo di Tursi.

Alle ore 18.00 ha inizio la processione.

Il Santo viene portato a spalle lungo le discesa del Centro Storico attraverso il Rione Petto percorrendo tutta la centrale Via Roma ed altre vie principali fino a giungere in Cattedrale, dove viene celebrata una Santa Messa. Alla fine della celebrazione riprende la processione e, sempre a spalle ed in salita, il Santo viene riportato nella Chiesa San Filippo in Piazza Plebiscito.

In serata si tiene un concerto bandistico e la serata si conclude con i fuochi pirotecnici. 

 LA CHIESA di S. FILIPPO NERI
La Chiesa di San Filippo è del 1661. A tre navate è adorna di bei stucchi e di pregevoli  pitture ad opera del tursitano Domenico Simone Oliva, vissuto nel 1700,  e che rappresentano episodi della vita del Santo. Gli affreschi ai lati dell’Altare Maggiore rappresentano i quattro Evangelisti e uno San Filippo Neri con il Cardinale Cesare Baronio.

Nel 1652, in occasione della peste che colpì il Regno di Napoli, il popolo invocò il Santo che per grazia ricevuta fu proclamato Patrono di Tursi.

Pochi anni dopo la fondazione della Congregazione, i Padri ricevettero da Roma, nel 1672, una reliquia di San Filippo Neri e una statua di legno indorata con la testa argentata a mezzo busto.

Successivamente alla Chiesa fu donata un’altra statua , opera dello scultore Gaetano Catalano di Napoli, che conteneva, racchiusa nel petto, la reliqua del Santo. L'opera andò  bruciata il 5 giugno 1825, a causa di alcune candele non ben smorzate, mentre era esposta alla pubblica venerazione.
Un a nuova statua commissionata allo scultore Francesco Vergella operante a Napoli, giunse a Tursi il 24 maggio 1826. Accolta festosamente, fu portata nella Cattedrale dove venne benedetta dal Preposto dell’Oratorio e successivamente condotta in processione in Chiesa.

ORATORIO DI SAN FILIPPO NERI
Fondato nel 1652 da Giulio Cesare Modarelli nella zona detta Pizzo delle monachelle in cima al rione Petto, l’oratorio ha avuto notevole importanza spirituale e culturale nella seconda metà dell’ottocento, con la presenza dei frati missionari di San Vincenzo de Paoli di cui conserva la denominazione. La Congregazione dell’Oratorio fu poi soppressa  per carenza di vocazioni.

E’ una costruzione solida e imponente, costituita da ampi locali distribuiti nel seminterrato, al piano terra e al piano elevato. Si sviluppa introno ad un ampio chiostro con una grande cisterna. Monumentale  è la gradinata che dal piano terra porta al primo piano, costituita da un lastricato di pietra calcarea e distribuita su bassissimi gradini che consentivano l’accesso a cavallo nell’edificio.


Doppe a festa (Dopo la festa)

Albino Pierro

In Metaponto, Il Nuovo Cracas, Roma 1963, pp. 63-64

Nisciune ne pò sapé chille ca sente
   mo c'è spiccète 'a festa
   e vire cha i bandiste, a une a une,
   vistute a ghianche pàssene sunanne
   nd' 'a chiazzètta vacante e si ni vène
   a n'ata banne.

   I'è come si chinnante c'ète u morte
   c'accumpàgnene chiène e nun le vìrese
   nda na fùa di vente ca ti pùngite
   ll'occhie già ammullète
   e fè pinzè ca cìchese.

   Ah come ci si scannìjete e s'affòchete
   duce duce nd'u vente
   'a campèna di San Fuuìppe,
   cc'amore c'a trarimente
   si gnuttìvite 'a notte a San Francische
   e i statue supr' 'a chèsa d'u Barune!

   L'ùtime bandiste cc' 'a grancàscia,
   pure ill è passète;
   cchiù ca sunè mo chiàngete
   nda chille botte cupe
   ca 'ntrònene nd'i strète e ca rivìgghiene   
   nd'i fosse pure i lupe.

   Iè mi ittère abbasce da sta loggia
   addù rumagne sùue e vire 'a chiazza
   ca s'è scurute come na isterna.

   Mi pàrete stève 'nchiuvète
   nd'u curnicione a stozze di na chièsia
   menza sciullèta.
   E ha' vògghia pure iè di cannijè
   nda quistu nivrefume ca strarìpete
   doppe ca nda na botta lle stutàvite
   na hiummèra di 'uce di cannée;
   com'a nu falchètte sparète
   si mo lle gire ll'occhie nun lle trova
   manche i stelle nd'u cèe.
 Nessuno può sapere ciò che sento
ora che la festa è finita
e vedo che bandisti, ad uno ad uno,
vestiti a bianco passano suonando
nella piazzetta vuota e se ne vanno
da un'altra parte.

È come se davanti ci sia un morto
che accompagnano piano e non lo vedi
in un soffio di vento che ti punge
gli occhi già inumiditi
e fa pensar che accechi.

Ah come ci si dispera e si affoga
dolce dolce nel vento
la campana di San Filippo,
perché a tradimento
la notte s'inghiottì a San Francesco   
e le statue alla casa del Barone!

Con la grancassa l'ultimo bandista
è passato anche lui;
più che suonare, adesso,
piange in quei botti cupi,
che nelle strade tuonano e risvegliano
pure i lupi nei fossi.

Mi getterei giù da questa loggia
dove rimango solo e vedo che la piazza
si è oscurata come una cisterna.

Mi sembra di stare inchiodato
nel cornicione a pezzi di una chiesa
mezzo crollata.
E hai voglia ancor di boccheggiare
in questo straripante nerofumo
dopo che spense in un solo momento
una fiumana di luce di candele;
come un falchetto ferito,
se adesso giro gli occhi, non ritrovo
nemmeno più le stelle del cielo.

Per informazioni e contatti: 

CENTRO STUDI “ALBINO PIERRO” ONLUS  
Via E. Berlinguer - 75028 Tursi (MT) 
Presidente:
Francesco Ottomano 
tel. 333.6401629 
e-mail: centrostudi.apierro@gmail.com



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